L’asse Crocetta-Movimento 5 Stelle supera la prova del voto all’Ars.
Pd, Udc, Megafono e Democratici riformisti hanno 46 deputati ma in aula, nelle votazioni decisive, il governo ha potuto contare stabilmente su oltre 50 voti (in un caso 55) sventando la minaccia di sei passaggi a scrutinio segreto e neutralizzato anche le assenze di qualche deputato di Udc e Pd. La riforma delle Province ha un significato politico, al punto che Crocetta ringrazia i grillini: “Oggi ha vinto il modello Sicilia. E’ la prima tappa della rivoluzione”.
Alla vigilia si dava per scontato che l’ostruzionismo del centrodestra potesse trovare sponda nei dubbi di varie aree del centrosinistra sull’abolizione delle Province. Un progetto a cui Crocetta è arrivato dopo il pressing di Giancarlo Cancelleri, leader dei 5 Stelle. Ma le prime quattro votazioni a scrutinio segreto con cui Pid, Mpa, Lista Musumeci e Pdl hanno provato a far cadere il governo si sono chiuse con un esito rassicurante per Crocetta: 50 a 20, 55 a 29, 52 a 26 e 48 a 30.
La maggioranza ha tremato un pò solo quando è stato messo al voto (segreto) un emendamento di Mario Alloro (Pd) che sterilizzava la riforma prevedendo solo un rinvio delle elezioni. Il testo è stato condiviso da un paio di deputati Udc, in primis Mimmo Turano. La frattura nella maggioranza è stata compensanta dai 14 grillini: è finita 47 a 34. Poi sulla norma principale l’asse centrosinistra-5 Stelle è tornato a vincere 53 a 28.
Oggi sarà il giorno del voto finale, scontato. Numeri a parte, Cancelleri rivendica il ruolo del Movimento 5 Stelle: “Prima che questa legge venisse messa in agenda c’era un accordo sotteraneo fra centrodestra e pezzi del centrosinistra per modificare solo qualcosa e salvare le Province. Noi abbiamo spinto verso l’abolizione”. E per il collega Giampiero Trizzino: “E’ una vittoria nostra e del modello Sicilia”.
Nel Pd Antonello Cracolici ricorda che “già nella scorsa legislatura avevamo proposto di abolire le Province”. Per il segretario Giuseppe Lupo e il capogruppo Baldo Gucciardi “è una svolta, avevamo preso un impegno e lo abbiamo mantenuto”.
Giampiero D’Alia, leader Udc, sottolinea che “l’abolizione è sempre stata nostro programma”. E per Giuseppe Picciolo (Democratici riformisti) “entra nel vivo la stagione delle riforme”.
Protesta l’opposizione. Per Salvino Caputo (Pdl) “questa legge crea un vuoto giuridico e amministrativo che porterà alla paralisi”. Per Roberto Di Mauro “è una legge manifesto, partorita in tv”. E per il gruppo Musumeci “l’obiettivo è consegnare a commissari-proconsoli le Province”.
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Ars, approvato il ddl sulle Province
L’Assemblea regionale siciliana, nella seduta pomeridiana di mercoledì 20 marzo 2013, presieduta dal Presidente Giovanni Ardizzone, ha approvato con 51 voti favorevoli 22 contrari e un astenuto il disegno di legge “Norme transitorie per l’istituzione dei consorzi di comuni”.
Nella discussione, per dichiarazioni di voto, sono intervenuti gli onorevoli Assenza, Vinciullo, Di Mauro, Panepinto, Grasso, Lo Sciuto, Rinaldi, Lentini, Cimino, Fazio, Falcone, Cappello, Cracolici, Caputo, Laccoto, Cascio Salvatore, Di Giacomo, Lupo, Musumeci, Malafarina, Cordaro, Anselmo, Greco, Di Pasquale, Lombardo, D’Asero, Di Giacinto, Gianni, Firetto, Figuccia, Leanza, Formica, Cancelleri, Gucciardi e per il Governo il Presidente della Regione Crocetta.
Il Governo ha accettato come raccomandazione due ordini del giorno.
I lavori d’Aula sono stati rinviati a lunedì 8 aprile 2013, alle ore 16, con all’ordine del giorno la discussione dei disegni di legge : 1) “Bilancio di previsione della Regione siciliana per l’anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015”; 2) “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2013. Legge di stabilità regionale”.