Last updated on Marzo 21st, 2013 at 08:46 am
Malgrado l’appello del capo dello Stato alle forze politiche a favorire la nascita di un governo, per fronteggiare la crisi economica e per dare una risposta ai mercati, ancora non sembrano profilarsi soluzioni certe alla impasse post-elettorale.
Il Pd insiste sulla proposta del segretario, Bersani, ma mette sempre più in conto la possibilità di andare a nuove elezioni. Anche il Pdl insiste sul voto anticipato, soprattutto ora che deve far fronte all’offensiva giudiziara che pende sul capo del suo fondatore, e capo carismatico, Berlusconi. «Noi, tra lo sfascio e il nuovo voto a giugno, preferiamo un nuovo voto», conferma il segretario del partito, Alfano.
«O Bersani o il voto», sottolinea anche Renzi, il sindaco di Firenze sconfitto alle primarie, che si professa poco ottimista sulla possibilità che il segretario del Pd riesca a raccogliere una maggioranza sui suoi otto punti di programma. E che aggiunge una nuova equazione al rebus del governo già tanto ingarbugliato: se ci saranno elezioni anticipate, sostiene, servirà anche far prima anche altre primarie del Pd.
Anche perché dai Cinque Stelle la porta resta sempre chiusa. Il movimento non vuole dialogare con nessuno dei partiti che hanno fatto parte della Seconda Repubblica e ripete di essere disponibile solo a votare caso per caso le leggi eventualmente proposte da una maggioranza, quale che sia, senza farne parte organica.
Neppure un appello firmato da un nugolo d’«intellettuali», lanciato dalle colonne del quotidiano romano la Repubblica, in cui oltre agli otto punti si propone una «pre-condizione» per dare la fiducia al governo a guida Bersani: un preventivo voto in giunta parlamentare per dare seguito alla richiesta d’ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai centocinquantamila persone. «Se non ora quando? », si chiede nell’appello a Grillo dove si definisce il “no” del movimento ad un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della loro battaglia «una forma di suicidio».
Ma entrambi i leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, sostengono che se i parlamentari di 5 Stelle votano la fiducia, entrambi lasceranno il mondo della politica.
Venerdì si aprono le Camere e Grillo annuncia una marcia pacifica dei suoi dal Colosseo al Parlamento. La legislatura comincia nel segno dell’incognita. lasicilia
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