Last updated on Marzo 21st, 2013 at 08:48 am
Misteri d’Italia. Indagati anche alcuni 007 che avrebbero avuto un ruolo nel patto.
Si allarga ai servizi segreti l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia che giovedì, con il rinvio a giudizio degli imputati, ha “superato” il primo vaglio giudiziario.
Nel registro degli indagati nel fascicolo “madre”, dal quale sono state stralciate le posizioni dei 10 rinviati a giudizio, sarebbero stati iscritti alcuni 007 che avrebbero avuto un ruolo nel patto che pezzi delle istituzioni avrebbero stretto con Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose.
L’indagine, come aveva detto giovedì il pm
, è tutt’altro che conclusa. «Questa lunga indagine – ha sottolineato – non è il frutto di teoremi fantasiosi. È un’indagine fondata su dichiarazioni di testi, di testimoni di giustizia, su sentenze passate anche in giudicato, su documenti acquisiti anche di recente. Che provano un dato: quando Cosa nostra si rese conto, nel 1991, che non sarebbe uscita indenne come sperava dal maxi processo di Palermo, decise di eliminare quei politici che avevano tradito le loro aspettative. Allora alcuni uomini dello Stato, su input politico, cercarono di contattare i vertici mafiosi per indurli ad abbandonare quel programma».
Oltre a scoprire il ruolo dell’intelligence nella vicenda, che ha sullo sfondo un piano eversivo portato avanti dalla mafia e altri settori criminali interessati a destabilizzare il Paese, l’inchiesta cercherà di scoprire eventuali responsabilità politiche e istituzionali. Nel fascicolo aperto risultano iscritti per false informazioni al pm l’ex guardasigilli Giovanni Conso e l’eurodeputato dell’Udc, Giuseppe Gargani. Le loro posizioni sono state stralciate in attesa che arrivi la sentenza di primo grado sull’inchiesta che giovedì si è conclusa col rinvio a giudizio.
Ma le vere novità dell’indagine ancora aperta riguarderebbero il coinvolgimento dei servizi segreti. Da anni Massimo Ciancimino, teste e imputato nel procedimento, parla di uno 007 che nell’ombra avrebbe tirato le fila della trattativa. La sua identità non è stata ancora scoperta ma altri suoi colleghi sarebbero stati identificati e indagati. lasicilia
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