Un grande cartellone, costellato da simboli del Pdl, su cui campeggia il numero 33,39%: il consenso ottenuto in Sicilia dal centrodestra, confermandosi la coalizione più votata anche al Senato, conquistando il premio di maggioranza.
Un risultato che ha fatto esultare il segretario, Alfano, il presidente del Senato, Schifani, il leader del Cantiere popolare Saverio Romano, e i co-coordinatori regionali Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca.
«La Sicilia – ha sottolineato Alfano – ha contribuito al successo nazionale con la conquista del premio di maggioranza al Senato. Prendiamo il risultato siciliano come un successo importante perché fa seguito a un successo della sinistra alle recenti elezioni regionali. Si è subito capito che la vittoria di Crocetta era una vittoria di Pirro perché non aveva spostato l’elettorato a sinistra». Alfano ha auspicato che l’Udc ripensi all’alleanza con il Pd e torni nel centrodestra.
Sulla difficile situazione politica nazionale, Alfano ha detto: «Grillo sta dicendo con chiarezza qual è la sua opinione; chi è confuso è il Pd. Mentre ci sono milioni di disoccupati, mentre le banche non riescono a dare credito alle imprese e le aziende soffrono, la sinistra immagina di governare con la priorità del falso in bilancio e con la legge sul conflitto d’interessi. Questa è la prova che la sinistra è sempre la stessa e immagina il governo come una presa di potere per eliminare l’avversario politico».
E ha confermato la manifestazione del 23 marzo, «che non sarà un fatto isolato. Torneremo nelle piazze e tra gli italiani con l’impegno forte e personale di Berlusconi». Il messaggio è chiaro: pensateci bene prima di rifiutare definitivamente la nostra offerta di una grande colazione, siamo pronti a tornare alle urne. «Il fatto che la prima parola spetti al centrosinistra – ha rilevato Alfano – significa che quest’ultimo ha una grande responsabilità che non può essere usata contro gli interessi di parte. Invitiamo caldamente il Pd a non mandare a sbattere l’Italia contro il muro».
Anche perché, nel caso di nuove elezioni, il Pd rischia di essere la terza coalizione. Alfano ha avuto anche parole di gratitudine nei confronti degli alleati «perché è anche grazie a loro che abbiamo vinto in Sicilia», ricordando che comunque i partiti di Lombardo e Miccichè hanno avuto riconosciuto il diritto di tribuna e loro rappresentanti sono stati eletti nelle liste del Pdl.
Il presidente del Senato, Schifani, che ha annunciato un suo impegno politico diretto nel territorio siciliano appena non rivestirà più la seconda carica dello Stato, ha detto: «Torniamo a vincere in Sicilia dopo le elezioni regionali. Adesso mi sta a cuore la stabilità del Paese. L’Italia ha bisogno di un governo che assicuri continuità. Se i moderati si fossero presentati insieme, avrebbero largamente vinto e ci sarebbe una forte maggioranza nel Paese. Oggi, invece, abbiamo un Paese spaccato in quattro, tra centrodestra, centrosinistra, Grillo e centro. Questo si è compreso e vinceremo le amministrative in Sicilia dove il Pdl è stato premiato. Anche io darà una mano per un impegno che ci deve portare e ci porterà ai tempi del 61 a 0».
Per Romano, «in parecchi non si aspettavano questo successo perché abituati ai nostri errori che non dobbiamo più ripetere. Dobbiamo ricompattare il centrodestra in Sicilia perché una prossima tornata elettorale non ci debba preoccupare». «In Sicilia – gli ha fatto eco Misuraca – abbiamo ottenuto un grande successo, recuperando gran parte del voto moderato. Abbiamo perso le elezioni regionali a causa delle divisioni al nostro interno. Il governo Crocetta potrà governare solo se scenderà a patti con i grillini». Castiglione, da parte sua, ha rilevato che a Catania, il centrosinistra ha ottenuto il 10% dei consensi.
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