Alle Province saranno assegnate nuove competenze, come quelle su acqua e rifiuti. Gli Ato andranno in pensione. Presidenti e consigli non saranno eletti direttamente ma verranno scelti da sindaci e consiglieri comunali. E non avranno stipendio. Congelato il voto di maggio. Verrà costituito un fondo per contrastare la povertà e l’emarginazione.
Le Province saranno abolite. Lo aveva detto il presidente della Regione, Crocetta, durante la trasmissione «L’Arena» e lo ha messo in pratica ieri sera.
La giunta, convocata per ieri sera, ha infatti approvato un disegno di legge per l’abrogazione delle nove Province regionali. «La Sicilia sarà la prima regione a tagliare gli enti – ha aggiunto Crocetta – dando vita ai liberi consorzi di Comuni».
Inoltre, nella stessa seduta, si è elaborato un piano che miri alla costituzione di un fondo per contrastare la povertà e l’emerganinazione nell’Isola. Già disponibili per l’iniziativa 130 milioni di euro, derivanti dalla soppressione delle province, decisa ieri dal governatore e dagli alleati.
Con l’abolizione delle Province, e del sistema di potere a esse connesso, si otterrebbe il risparmio di dieci milioni di euro l’anno. Una somma che, secondo Crocetta, potrebbe essere destinata al “fondo sociale”, per il tempo necessario a uscire dalla recessione. Abolizione delle Province e reddito di cittadinanza sono due cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, ma Crocetta rivendica la primogenitura su entrambi i temi: «Se le loro posizioni coincidono con le mie non ci vedo nulla di male».
Dopo l’impasse della commissione Affari istituzionali, dunque, la scelta del governo regionale è quella di abolire le Province. «La mia proposta – ha sottolineato Crocetta – è stata fraintesa. A questo punto, vediamo chi vuole fare chiarezza e chi no. La giunta di ieri ha approvato un disegno di legge per l’abolizione immediata delle Province per avviarci verso la costituzione dei liberi consorzi di Comuni. Ma per fare una riforma seria, occorre almeno un anno. Deve essere stimato il valore dei beni che saranno trasferiti ai Comuni, mentre al nuovo ente sovra-comunale può essere data la competenza sui rifiuti, con le Srr. Le strade provinciali possono essere trasferito ai Genio civile. Bisogna salvaguardare il ruolo dei Comuni capoluogo, ma senza esagerare nella costituzione di liberi consorzi. Si possono risparmiare dieci milioni di euro e destinarli al reddito di cittadinanza per il tempo necessario a uscire dalla crisi, ma intanto si dà un aiuto alla ripresa dei consumi».
Crocetta immagina, ma oggi sarà messo nero su bianco, un progetto organico di riorganizzazione degli enti territoriali con relativo decentramento di poteri. Per il presidente della Regione, gli amministratori di questi nuovi enti sovracomunali dovranno essere scelti con elezioni di secondo tipo. Non ci saranno né gettoni, né indennità aggiuntive per chi è già sindaco o consigliere comunale, ma solo un rimborso delle spese.
«Il rinvio è necessario – ha concluso Crocetta – e non perché non sarei pronto ad affrontare una nuova campagna elettorale, ma perché bisogna conciliare la riforma con il bilancio della Regione e dei Comuni».
Polemico nei confronti del presidente della Regione, il suo principale avversario in campagna elettorale, Musumeci: «Ormai è chiaro: il governatore della Sicilia è inaffidabile, parla sotto ricatto, con la pistola alla tempia, puntata dai grillini. Fa bene il presidente dell’Ars, Ardizzone, a rivendicare all’Assemblea il diritto di decidere sulla sorte degli enti intermedi».
Il vicepresidente della commissione Affari istituzionali, D’Asero, ha ricordato a Crocetta che «la campagna elettorale è finita e non servono a nulla i proclami, specie da un palcoscenico importante, come quello de “L’Arena”. E’ arrivato il momento dei fatti che ancora, purtroppo, non si sono visti». Per D’Asero, «la rappresentanza democratica deve essere garantita, riducendone e eliminandone i costi, ecco perché sono contrario alla soppressione tout court delle Province; sì, invece, all’aumento delle competenze. Auspico che dalla commissione, così come concordato dai partiti, possa presto uscire un testo concordato da portare in tempi ragionevoli in Aula».
La commissione Affari istituzionali è convocata per oggi, mentre per mercoledì (ore 16.00) il tema sarà affrontato dall’Aula. Ecco perché è stata anticipata ad ieri sera la seduta di giunta per il varo del ddl per l’abolizione delle Province.
Contrario all’abolizione, anche il presidente della Provincia di Palermo, Avanti: «Vorrei ricordare al presidente Crocetta che i liberi consorzi di Comuni già esistono e non sono altro che le Province regionali, così come definite dalla legge regionale n. 9 del 1986 e alle quali i Comuni hanno aderito con delibera dei rispettivi consigli».
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