Il Parlamento europeo lancia una sfida ai 28 governi dell’Ue con l’approvazione, da parte della sua commissione agricoltura, di una riforma della politica agricola meno burocratica e più equa nella distribuzione degli aiuti.
In questo modo l’Italia recupera 44 milioni euro di aiuti diretti per i suoi produttori rispetto alla proposta della Commissione Ue. Il testo approvato punta a proteggere l’ammontare di finanziamenti di cui beneficia attualmente la Pac.
Su quei fondi però pende la spada di Damocle della decisione attesa dai leader europei al vertice del 7 e 8 febbraio, con cui si vuole dare un taglio ai finanziamenti della Pac per il bilancio 2014-2020.
Di fronte ad un tale rischio il presidente della commissione parlamentare, Paolo De Castro, mette in guardia: «valuteremo la decisione dei capi di stato e di governo e, se necessario, porteremo aggiustamenti ai nostri testi al momento del voto in plenaria a marzo».
Giovanni La Via, relatore della proposta sul finanziamento, gestione e monitoraggio della Pac, votata ieri dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo, precisa che il voto agevola la «trasparenza circa i beneficiari dei fondi della Pac».
Ecco alcuni punti salienti della riforma.
Semplificazione. Taglio alla burocrazia semplificando il lavoro all’80% delle pmi.
Aiuti verdi. Rappresentano il 30% degli aiuti diretti agli agricoltori che potranno beneficiarne a condizioni di introdurre una serie di misure ecologiche e ambientali.
Bilancio. Si mantiene la spesa attuale destinando il 25% dei fondi allo sviluppo rurale e il 30% alle sovvenzioni per l’agricoltura biologica, e le misure agro-ambientali. Un altro 2% si vuole destinarlo ai giovani coltivatori.
Tetto aiuti. Fissato a determinate condizione a 300mila euro.
Olio d’oliva. Gli aiuti Ue saranno indirizzati alle organizzazioni di produttori e all’interprofessione insieme ad attività innovative all’interno dei programmi triennali.
Ortofrutta. Le associazioni ortofrutticole potranno gestire fondi di esercizio e attuare programmi operativi, al cui interno i prodotti trasformati beneficeranno del sostegno per ritiro dal mercato.
Vino. Più ricerca, sviluppo e promozione. I diritti d’impianto dei vigneti prorogati fino al 2030.
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