Potrà entrare in vigore solo alle prossime elezioni regionali, nel 2017, la riforma costituzione dello Statuto, approvata in seconda e definitiva lettura dalla Camera che prevede la riduzione da 90 a 70 dei deputati dell’Ars. Intanto, cambia velocemente la geografia politica di Sala d’Ercole, rispetto al verdetto uscito dalle urne lo scorso 31 ottobre.
Alla sparuta pattuglia di deputati – 39 su 90 – eletti dalla coalizione che sosteneva il presidente della Regione, Crocetta, si sono aggiunti prima D’Agostino (ex-Mpa) che ha recentemente ufficializzato l’adesione all’Udc, e Lo Giudice che era stato eletto nella Lista Musumeci e transitato nel gruppo del Movimento Territorio, fondato da Dipasquale. L’ex-sindaco di Ragusa proprio ieri ha annunciato di aderire alla lista Crocetta. Dipasquale era già nella coalizione a sostegno di Crocetta, ma la sua decisione ha messo in crisi il gruppo parlamentare del quale era presidente.
Gli altri quattro parlamentari: Marcello Greco, Alice Anselmo, Giuseppe Lo Giudice e Gianfranco Vullo, che lunedì avevano sfiduciato Dispaquale, saranno costretti a passare al Gruppo misto.
«Non si era mai visto – ha dichiarato Vullo – nella storia delle assemblee elettive e dei parlamenti che un capogruppo cambi casacca. Da più di un mese i deputati del gruppo Territorio manifestavano insofferenza nei confronti di Dipasquale, per tutta una serie di comportamenti caratterizzati da incoerenza e autoritarismi».
Pomo della discordia, sarebbe stato il nome di un candidato nella lista «il Megafono» per il Senato segnalato da Dipasquale su richiesta dello stesso Crocetta. Per il presidente della Regione, Di Pasquale porta la sua esperienza del movimento Territorio in un gruppo (lista Cocetta) destinato a crescere.
Da «Grande Sud» ha già aderito al gruppo parlamentare «lista Crocetta», Edy Tamajo, che era stato eletto nelle liste di Grande Sud. In avvicinamento al centrosinistra anche Savona, pure lui ex-Grande Sud, che ha dato vita alla lista per il Senato de «I Moderati» di Portas, una costola del Pd.
Più articolata la posizione dell’ex-capogruppo di Grande Sud, Cimino: «Ho fondato il movimento “Voce siciliana” perché è importante che in questo momento l’Isola venga difesa dalla politica anti-meridionalista che sta cercando di imporre la Lega con la complicità del Pdl e di tutti i partiti ex-sicilianisti. Apprezzo il lavoro che sta facendo il presidente della Regione, Crocetta, ma in questo momento non ho fatto nessuna scelta, essendo essa condizionata alla condivisione del manifesto politico di “Voce siciliana”». Nei giorni scorsi, Cimino ha incassato l’elogio del segretario regionale del Pd, Lupo, e del responsabile nazionale enti locali, Zoggia.
Dal centrodestra al centrosinistra si è spostato anche l’ormai ex-Pid Pippo Gianni che, non avendo gradito il ritorno nel centrodestra di Lombardo e Miccichè, ha deciso di appoggiare il «Centro democratico» di Tabacci, che fa parte della coalizione di centrosinistra con Pd e Sel. Ma sarebbero diversi i deputati regionali che sarebbero sul punto di passare direttamente con Crocetta. Nei giorni scorsi, è circolato il nome di Currenti, eletto nella lista Musumeci, in provincia di Messina.
Il vento soffia a favore del presidente della Regione e non solo perché all’Ars avrà una maggioranza «bulgara», ma anche perché tutte queste adesioni dovrebbero avere un effetto moltiplicatore dei voti della sua lista «il Megafono» al Senato, contribuendo a fare vincere il premio di maggioranza al centrosinistra. E c’è chi spera in un rimpasto del governo regionale dopo le politiche del 24-25 febbraio. lasicilia
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