Noia ed apatia generale sono radicati negli individui della mia città

<strong>Noia ed apatia generale</strong> sono radicati negli individui della mia città
“La non presenza, sempre ben motivata, crea spazi vuoti, spaventosi luoghi spettrali.”

In questo piccolo angolo di terra, dove lo spazio infinito fa da cornice, c’è una forma insolita di vita.

Non si riesce a vivere intensamente, le persone osservano e si lasciano scivolare addosso i giorni come se fosse pioggia che non bagna.

Tutto passa senza suscitare in loro reazioni di rilievo, predomina l’indifferenza e il poco interesse per ogni forma di cultura.

I pochi momenti di aggregazione sociale e artistica sono evasi dai molti, pochi riescono a lasciare le loro tane dorate per partecipare a ciò che si organizza.

La non presenza, sempre ben motivata, crea spazi vuoti, spaventosi luoghi spettrali. La non partecipazione agli eventi amareggia chi si prodiga per animare le piazze ed i teatri. Non è colpa delle tematiche trattate, il motivo è molto semplice, è quello della noia, dell’apatia generale radicate in tutti quanti.

Ci si lamenta quando non si fa nulla, si critica e si condanna questo o quello, senza considerare che nel caso opposto sono i primi a non esserci. Mi dolgo di ciò che penso e scrivo, ma è solo una dichiarata e reale analisi, che scaturisce da innumerevoli e variegati momenti di cultura e spettacolo di ogni genere da me vissuti. Si pretendono grande cose, tutto è poco e niente basta, ma tenendo conto della sempre scarsa presenza, io direi che tutto è molto e tutto potrebbe bastare. Tra gli assenti coloro che metterei maggiormente sotto accusa sono gli addetti ali lavori, le persone “allittrati”, coloro che hanno i mezzi e gli strumenti per valorizzare ciò che si offre senza nessun loro contributo in termini di fattibilità e di denaro.

E’ un dormiveglia generale, un essere apatici per natura, per scelta o per impegni fantasma. Per i giovani siamo un esempio da scartare. Il popolo degli adulti giudica le nuove generazioni in modo negativo, diciamo di loro ciò che vale anche per noi, siamo indifferenti, senza interessi e senza progetti per il futuro. Se solo ci guardassimo allo specchio, potremmo vedere la nostra persona che si riflette in loro e crea esempi deleteri.

Noi, adulti assenti ed indifferenti, non vivendo il poco che si realizza, non dovremmo neppure parlare, invece ci azzardiamo a giudicare. Pretendere e volere è facile, specie in un momento storico ed economico così difficile. Spesso viene voglia di mollare, di non fare, ma poi dimentichi e decidi di continuare, sperando che qualcosa possa, prima o poi, cambiare.

Gli unici momenti dove si può vedere tanta gente è quando si offre cibo, da bere o regali. Sono questi i tempi della crisi, è vero, ma non siamo ancora alla fame generale, eppure il cibo attira come se fosse miele. Se questo torpore, questa sonnolenza, questa apatia non dovessero finire, tutti siamo destinati a fallire, a vivere come ombre che vagano in questo splendido luogo di mare, dove tra cielo e mare riusciamo ad approdare solo nel nulla, che riflette in nostro scarso essere…

( A CHI DICE DI NON AVERE TEMPO E SI LAMENTA CHE NON SI FA MAI NIENTE) …

 

Lucia Mazzara

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