IL “buon” BELLO: E’ l’adone illusionista della politica italiana, è colui che ha levato l’ICI, ha messo l’IMU e ora vuole rilevare l’IMU. È l’uomo dalle mille donne, è l’uomo che versa 100 mila euro al giorno alla sua ex moglie, è l’uomo che non voleva Monti ma poi si è dimesso per appoggiare Monti, che poi ha fatto cadere, che poi ha corteggiato e che poi ha scaricato. È l’uomo che vai Angelino, fermo Angelino, qui Angelino, SITZ Angelino. In questo momento, dopo aver visto Monti dargli delle stoccate memorabili, dopo aver girato tutti i programmi (tranne lo Zecchino d’oro, Arte Attack e Quark) gira in treno con la sua fidanzata e tenta di riabbracciare la Lega Nord. Ma altro pacco post natalizio, dopo l’incontro con Calderoli il Bel Berlusconi twitta: “potremmo separarci”. La Lega chiede un passo indietro a Berlusconi e uno in avanti ad Angelino Alfano e il Bel Berlusconi glissa e fa spallucce. Il partito è suo e il premier è lui!
IL BRUTTO: Lo disegnano così, è il segretario del PD, è Bersani che gongolante si ritrova ad avere un partito che fa primarie a go go e si ritrova ad esser sempre più democratico, deroghe permettendo. Bersani sarà brutto ma forse perché è troppo realista o forse perché di bello e tirato ce ne uno solo e sta ad Arcore. Bersani incassa le critiche di Ingroia ma mette in mostra il suo nuovo acquisto (Pietro Grasso), come quei presidenti di calcio che emozionati presentato il nuovo bomber della squadra. Il Brutto dopo lo studio di Monti ora rilancia e lo sfida: “Non possiamo di nuovo affidarci a leader solitari. Monti deve dirci con chi sta, quali scelte intende fare, cosa pensa sui diritti civili. Non bastano un’agenda e un simbolo”. “Pongo a Monti delle domande politiche: vuol mettersi in Europa nello stesso posto dove è Berlusconi o dove altro? Monti e il centro pensano che il bipolarismo non vada bene, vogliono smontarlo? E se non vogliono smontarlo da che parte si mettono?”
IL CATTIVO: Viene definito così da chi lo mette a capo delle banche e quindi a favore delle banche. Il professore dalla maggior parte degli italiani viene visto come chi ha messo le mani in tasca ai contribuenti, il dissanguatore. Molti lo definiscono cattivo perché ha anticipato l’applicazione dell’Imu (ideata da Berlusconi) di qualche anno e non nel 2014, è l’uomo del “mi avete voluto voi ed ora potrei rimanere con la mia Agenda”. Centrista, moderato è l’uomo di Montezemolo, Riccardi, Casini e Cesa. Il nuovo che avanza. Il Cattivo Monti è in situazione di stallo con Bersani e di guerra con Berlusconi. Restano memorabili le seguenti frasi rivolte a Berlusconi: “Un giorno Berlusconi giudica “disastroso” il bilancio del governo dei tecnici, l’altro propone Monti come leader dei moderati italiani. “Faccio fatica a seguire la linearietà del suo pensiero”.
IL GRILLO: Il Grillo parlante, lo definiscon il comico politico, i suoi attivisti invece il megafono del Movimento. Per ora il Grillo Beppe non ha tempo per parlare e tuonare, dopo le ultime epurazioni il suo intento è quello di raccogliere firme per il suo Movimento per le politiche di febbraio. La sfida è dura e su questo punto il Grillo tiene il profilo basso e allora ritorna alla carica attaccando Monti definendolo “un presuntuoso che ci porta allo sfascio” e predisponendo una sua agenda in 16 punti. Ma non si ferma qui, altro balzo mediatico del Grillo penta stellato che si scontra con Ingroia (l’uomo mediatico del giorno) che gli aveva lanciato la fune del dialogo. Grillo: “Ingroia ha detto che la sua porta è aperta per M5S? Bene: lo ringrazio, ma la richiuda, per favore”. “Il suo movimento è una foglia di fico utile solo a riciclare i vecchi partiti”.
L’ARANCIONE: E’ l’ex PM Ingroia, che scende in campo come leader del Movimento Arancione. Dietro di lui De Magistris, Orlando, Di Pietro e parte della società civile. Ingroia ha parlato chiaro sin dal primo momento, un politico d’esperienza è sembrato attaccando Bersani, Grasso e Berlusconi e tentando il dialogo con Grillo. Tutti si chiedono se arriveranno al 4%, altri, i più cattivi, invece se riusciranno a raccoglier le firme per la lista. Il suo motto è la Giustizia, la rivoluzione civile e soprattutto “io ci sto”. Molti affermano che il ci sto è riferito al perdere. Chissà se Ingroia diventerà arancione di rabbia. Si cerca una nuova primavera, si tenta di vender facce di legalità agli elettori. Basterà?
Salve,
navigando in rete, mi sono casualmente imbattuto in questo articolo.
Mi ha colpito il fatto di aver scritto negli stessi giorni, guarda caso, un articolo dal tenore e dal titolo analogo.
Lo trovate su:http://gaspareserra.blogspot.it
Saluti…