Diciamo che è un bilancio di fine anno, o meglio dell’attività dei due mesi da quando è stato eletto presidente della Regione, cioè dal 28 ottobre. Rosario Crocetta parte dal sistema ferroviario decrepito.
TRENI. «Con l’amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti, abbiamo stabilito che entro il prossimo gennaio concluderemo gli accordi per unire con i treni veloci le tre grandi città siciliane, Palermo, Catania e Messina. Da Catania a Palermo la prima tappa sarà a Enna con un investimento delle ferrovie per circa un miliardo. Questo consentirà di arrivare da Catania a Palermo in due ore e 20′. L’altra tappa sarà da Palermo a Castelbuono e il traforo di 50 chilometri servirà veramente ad avere i treni veloci per portare i passeggeri da Catania a Palermo in un’ora e 20′. Nemmeno a me piace traforare le montagne, ma è il solo modo per avere i treni veloci in Sicilia. I finanziamenti sono quelli comunitari. Ho delle difficoltà sulla Messina-Palermo perché il Comune di Catania si oppone all’interramento della linea ferroviaria, ma io dico: intanto partiamo con i lavori che si possono fare e nel frattempo studiamo cosa bisogna fare per superare gli ostacoli (il sindaco Stancanelli ha ribadito il suo no per tutelare i siti archeologici, suggerendo un sistema diverso proposto dal prof. La Greca, ndr) ».
Insomma, per le ferrovie si stanno programmando i treni veloci interni, magari ci vorranno dieci anni, ma, come si suol dire, il treno è partito. E il Ponte che servirebbe a saltare lo Stretto? «Finché non viene qualcuno a metterci i soldi, non si può fare nulla. Anche l’ambasciatore giapponese è stato d’accordo quando l’ho incontrato».
STRADE. «Dobbiamo chiudere l’anello autostradale, e cioè la Siracusa-Ragusa-Gela deve proseguire fino ad Agrigento e fino a Trapani, lo so che ci sono più di 200 chilometri, ma intanto non abbiamo nemmeno un progetto di massima. Chi lo deve fare? Ma il Cas, che quel tratto non l’ha neppure preso in considerazione. Sono andato a Bruxelles, ho chiesto di vedere quali progetti erano stati presentati dalla Sicilia, non c’era praticamente niente. Completare l’anello autostradale non serve soltanto al territorio e alla mobilità dei siciliani, ma serve anche ai porti turistici. C’è anche da sistemare gli accessi ai siti archeologici, non è pensabile che i turisti per arrivare a vedere la dea di Morgantina debbono passare su strade piene di buche e che non ci siano accessi comodi anche per Piazza Armerina».
Ma se la Catania-Siracusa-Ragusa in qualche modo è andata avanti, mi pare che la Catania-Ragusa sia ferma. C’è l’impressione che, essendoci la Catania-Siracusa-Ragusa-Gela, la diretta Catania-Ragusa non sia più necessaria.
«Anch’io in effetti ho fatto questo ragionamento, ma ormai le cose sono andate avanti, la strada a quattro corsie si farà ed è inutile pensare di tornare indietro. L’opera è stata già appaltata».
PORTI. «Augusta ha un buon futuro perché si trova in ottima posizione, ma bisogna pensare anche ai collegamenti ferroviari con il porto di Catania. Sono due porti che debbono agire in sintonia, Catania più vocata alle crociere e al turismo in genere, Augusta più commerciale. Finalmente è stato sbloccato il finanziamento che era stato fermato per “aiuti di Stato”. A volte Bruxelles ha delle impuntature che non si capiscono, o meglio si capiscono alla luce della concorrenza serrata tra i porti mediterranei. E’ chiaro che quando si lavorerà ai treni veloci Palermo-Catania-Messina bisognerà anche velocizzare la tratta Catania-Siracusa-Pozzallo, che poi serve anche per i collegamenti navali con Malta del Corridoio europeo Helsinki-Palermo».
SEDI A CATANIA. «Nell’attuale sede della Regione a Catania, a Palazzo dell’Esa, ci sono un sacco di stanze. Ogni assessorato avrà i suoi uffici in quella sede per il disbrigo delle pratiche e per ogni altra eventuale necessità da segnare a Palermo. Questo decentramento è utilissimo non solo per Catania, ma per tutta l’area della Sicilia orientale».
AEROPORTI. «Si deve realizzare un sistema viario che colleghi bene l’aeroporto di Comiso e quello di Catania, Palermo e Trapani non hanno problemi, hanno addirittura un’autostrada di collegamento, è Comiso che bisogna sistemare. A Fontanarossa il 29 si elegge il nuovo direttivo, questo tira e molla tra enti locali su opposti fronti è durata ormai troppo. Mi auguro che finisca e che il nuovo presidente sia una personalità di assoluto prestigio e di grande affidabilità».
FONDI EUROPEI. «Abbiamo recuperato 5 miliardi che ci stiamo accingendo a utilizzare per ferrovie, strade, porti. Tanti cantieri che si aprono e tanti posti di lavoro di cui abbiamo estremo bisogno. Se fate l’obiezione che la Regione non ha i soldi per cofinanziare queste opere rispondo che intanto la Regione sui lavori incassa in percentuale l’Iva, l’Irpef, e poi questi cofinanziamenti si possono versare in parecchi anni, è un impegno pluriennale, non è necessario metterli subito sul tavolo. Non bisogna poi dimenticare che il nostro cofinanziamento è stato ridotto al 25% e quello europeo è stato alzato al 75%».
RISANAMENTO E SVILUPPO. «C’è necessità di avviare il percorso di risanamento come presupposto essenziale per la ripresa, perché per anni abbiamo assistito ad uno spreco continuo: bisogna invertire la rotta, 5 miliardi di euro di deficit si sono accumulati anno dopo anno. Si è speso più di quello che si incassava. Ora bisogna invertire la tendenza, senza avviare una manovra recessiva, ma una manovra che dia impulso all’economia. Bisogna interrompere questo sistema in cui non si è fatto assolutamente nulla. L’altro meccanismo per lo sviluppo è il fotovoltaico, mettere i pannelli sui tetti degli edifici pubblici di tutti i Comuni siciliani in modo che si risparmi la spesa per l’energia elettrica e che si guadagni anche qualche milione di euro. Già si possono attivare gli appalti perché le risorse ci sono e noi finanzieremmo gli studi con la Banca europea degli investimenti».
SBUROCRATIZZAZIONE. «Ci deve essere un solo luogo per ogni amministrazione dove si fanno le richieste ed entro un mese si deve riunire la conferenza dei servizi, in modo che entro tre mesi si possa arrivare a definire la pratica. In sostanza dobbiamo arrivare a meccanismi di semplificazione. Abbiamo avviato anche le modifiche degli uffici, alcuni sono sommersi dal lavoro, altri si girano i pollici. Questi dipendenti regionali sovrabbondanti saranno distaccati presso i Comuni con carenza di organico, laddove questo sia possibile con il loro accordo. Ove non fosse possibile possiamo avviare un confronto con i sindacati».
Lombardo aveva stoppato le assunzioni.
«Lo aveva fatto teoricamente, ma praticamente no, l’aumento del precariato è dipeso anche da questo. Ma le assunzioni non si possono fare per obbligo di legge, una Regione in deficit come la nostra non può fare diversamente. Il problema è quello di un uso razionale del precariato: pensiamo di utilizzare i precari nei siti archeologici che erano stati esternalizzati con il risultato che invece di guadagnarci la Regione ci ha perso una quarantina di milioni che sono stati frodati. Pensiamo anche di impiegarli negli appalti. Non è giusto licenziare, ma usare meglio il personale è doveroso».
«Sostanzialmente – conclude Crocetta – in due mesi abbiamo fatto il massimo e dobbiamo continuare. Con l’occasione mi sia consentito di augurare buon Natale ai siciliani».
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