I Marta sui Tubi a Sanremo: impensabile fino a qualche anno che una band indipendente, che ha sempre percorso il circuito underground della musica italiana, potesse sbarcare da protagonista sul palco dell’Ariston. Una scelta coraggiosa, che punta su una band abituata ai palchi dei club e ai secret concert.
«Due anni fa ci aveva invitato Anna Oxa come ospiti nel duetto della sua canzone, ma lei fu eliminata e saltò la nostra esibizione- racconta Giovanni Gulino – Abbiamo assaggiato il sapore del Festival solo per pochi istanti, giusto il tempo delle prove, ma ricordo che era stato emozionate per tutto quello l’Ariston rappresenta per la musica italiana. Ci siamo sempre sentiti lontani da Sanremo, come musica, come canzoni e soprattutto come contenitore mediatico, legato molto alla canzone pop di consumo. Noi ci riteniamo l’antitesi del commerciale, non abbiamo mai perseguito queste logiche. Però quest’anno, la direzione artistica dell’ex Pfm Mauro Pagani, che è una garanzia per la musica, e la conduzione di Fabio Fazio, che ha sempre fatto della cultura e dell’impegno sociale due cavalli di battaglia della sua comunicazione, ci hanno spinto al grande passo e, con grande sorpresa, nostra prima di tutto, siamo arrivati in finale scalzando anche personaggi molto famosi. Adesso comincia il bello».
A Sanremo cambia la macchina organizzativa e cambia soprattutto il regolamento. Il meccanismo delle due canzoni lascia ampio spazio alla verve artistica e creativa di Marta Sui Tubi, che si presenterà in gara con Dispari e Vorrei.
«Genere? Direi in pieno stile Marta sui Tubi, folk-rock-metal-punk: Dispari ha un cantato molto frenetico, una successione di parole che può assomigliare anche a uno scioglilingua molto divertente da suonare e da cantare. Racconta come sono cambiati i rapporti di amicizia e le relazioni sociali ai tempi dei social network. Il secondo brano, Vorrei, invece, parla di sentimenti e di voglia di stare bene al mondo con sé stessi e con le persone che si amano. Di più non posso rivelare, ho già fatto un’eccezione alla regola per i miei lettori siciliani».
Marta sui Tubi, infatti, saranno gli unici rappresentati in gara della Sicilia sul palco del Festival di Sanremo 2013. «Pur vivendo da anni a Milano, transitando per Bologna, la Sicilia è sempre con noi – spiega – Il nucleo del gruppo (Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone) è di Marsala, pensiamo e litighiamo spesso tra di noi utilizzando il dialetto. Girando l’Italia, ci presentiamo come band siciliana e all’Ariston vogliamo rappresentare quanto di buono esprime la nostra Isola, anche musicalmente».
Adesso si sentono pienamente in gara e non gli basterà solo la grande vetrina. «Il fatto che una band come noi, con il nostro trascorso, arrivi a Sanremo mi fa ben sperare per il futuro. E’ importante che la gente capisca che non esiste soltanto un genere musicale, che è quello che passano alla radio, ma ci sono altre sfaccettature. La musica può essere arte, non per forza una “robina” di consumo. Il mio Festival ideale? Sarebbe quello con le band che arrivano dalla nostra area, però, il cast di quest’anno mi sembra bilanciato, c’è tanta musica diversa condita da una dose di ironia garantita dagli Elio e le Storie Tese. Non conosco Maria Nazionale e la Molinari con Cincotti, però li ho ascoltati su YouTube e ho apprezzato le loro voci. Poi c’è Raiz con gli Almamegretta, la band che ascoltavo da ragazzino quando cominciai a muovere i primi passi nel mondo della musica, per me sarà un onore condividere questa esperienza con loro. E ancora la scuola romana con Silvestri e Gazzè, con i quali ci siamo incrociati più volte sui palchi d’Italia».
A Sanremo, quest’anno, salterà la serata dei duetti: «Peccato, mi sarebbe piaciuto portare con noi Lana Del Rey – conclude sorridendo Gulino – Vorrà dire che ci concentreremo sulla canzone storica, anche se ancora non ci hanno comunicato il titolo del brano da eseguire». Luca Ciliberti Lasicilia
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