Lo sport come un farmaco, capace di ridurre il rischio cardiovascolare anche nei trapiantati di rene, una categoria di pazienti particolarmente esposti alle malattie cardiache a causa dei farmaci che debbono utilizzare.
E così, è stato verificato in uno studio presentato al ministero della Salute, oltre a migliorare tutta una serie di parametri, è migliorato il benessere psico fisico generale. Lo studio, promosso dal Centro Nazionale Trapianti, è nato per iniziativa di un gruppo di esperti di Medicina dei Trapianti e Medicina dello Sport, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna, e ha coinvolto inizialmente alcune strutture territoriali presenti in Emilia Romagna e nel Veneto, per poi diffondersi a livello nazionale.
Dopo sei mesi di esercizio personalizzato, ha spiegato il direttore del centro nazionale trapianti Alessandro Nanni Costa, effettuato tre volte alla settimana, per un’ora ogni volta, la percentuale di grasso corporeo è diminuita in media del 5%; la forza degli arti superiori e inferiori ha fatto registrare un aumento medio compreso tra l’8 e il 18% a seconda dei gruppi muscolari considerati; la massima potenza aerobica è aumentata in media del 10%.
Questi effetti sono accompagnati da un miglioramento della percezione del proprio stato di salute fisica (+9%), di salute generale (+7%) e del benessere psico-fisico (+10%). I risultati preliminari dello studio sono quindi assai incoraggianti e confermano l’ipotesi che l’esercizio fisico è indispensabile per migliorare le condizioni di salute psicofisica dei pazienti che hanno subito un trapianto di organo solido e soprattutto per prevenire gli effetti negativi che le terapie immunosoppressive hanno sull’apparato cardiocircolatorio e sul metabolismo glucidico e lipidico dei pazienti trapiantati.
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