“Lo so che siamo qui per parlare delle primarie, ma prima di tutto fatemi dire che sono contentissimo per la vittoria di Rosario Crocetta in Sicilia. Quando ho detto “sono cose da pazzi” ho voluto esprimere una soddisfazione che è stata enorme. Volevamo avere questo successo storico in Sicilia per avviare un cambiamento nel Paese. Il primo passo l’abbiamo fatto, ora dobbiamo fare altri passi che valgano da insegnamento per il Paese”.
Lo ha detto ieri il segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani a Palermo per un comizio in occasione della campagna elettorale per le primarie del centrosinistra di domenica
Bersani probabilmente avrà anche provato a risolvere la diatriba tra il presidente della Regione, Crocetta, e il segretario regionale del Pd, Lupo, sullo status degli otto assessori che ancora mancano per completare la giunta.
Crocetta però, nel suo intervenuto all’incontro di Bersani al teatro Zappalà di Palermo, chiarisce per l’ennesima volta che sarà lui a portare avanti le nomine ed esorta i partiti – a lui vicini – di esser uniti ed a lui leali.
“Chiedo lealtà ai partiti – ha detto Crocetta – che si assumano profondamente la responsabilità del rinnovamento. Se fanno un nome per un assessorato in giunta che sia il migliore per quel settore in quel momento. Se i partiti sanno trovare questi nomi bene, se non li sanno trovare io sono a disposizione poichè ritengo che la società siciliana ha doverse intelligenze che aspettano solo di essere valorizzate”. “Al lavoro e alla lotta per Bersani presidente del consiglio”, ha concluso il suo intervento Crocetta. “Da piccolo, quando avevo i pantaloncini corti, vendevo le copie de l’Unità, allora ho imparato che i voti si conquistano uno ad uno. Per questo dico: impegnamoci tutti per far vincere Bersani il 25 novembre”, ha concluso.
Oggi intanto è previsto un vertice a Roma tra lo stesso Crocetta e i dirigenti regionali e nazionali di Pd e Udc che, sulla carta, dovrebbe essere quello definitivo, se davvero il governatore intende mantenere l’impegno di completare la giunta in settimana. Ma non è da escludere uno slittamento.
Crocetta martedì ha avuto un lungo colloquio con il segretario del Pd, Lupo. Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni: Crocetta che intende dar vita a un governo di tecnici, i primi quattro finora nominati (Borsellino, Battiato, Vancheri e Marino) hanno queste caratteristiche; Lupo, invece, non intende rinunciare alla possibilità di designare assessore anche deputati regionali: «Perché se uno è stato bravo a prendere i voti, chi dice che non può fare l’assessore? ».
Si gioca una delicata partita non solo tra Crocetta e Pd. Anche l’Udc è in campo. Nel senso che ancora non ha detto chiaramente, giacché rivendica la carica, chi intende designare alla presidenza dell’Ars. D’Alia, coordinatore regionale dello Scudo crociato, considerato che la coalizione che sostiene Crocetta, con i suoi 39 deputati, non ha la maggioranza a Sala d’Ercole, prima di lanciare in pista il fedelissimo Ardizzone, vuole avere la ragionevole certezza che in Aula non ci siano sorprese. Per il presidente dell’Ars si vota a scrutinio segreto. Alla prima votazione occorre la maggioranza dei due terzi, ovvero 60 voti su 90; alla seconda la maggioranza assoluta, pari a 46 voti. Se anche alla seconda votazione si dovesse verificare la fumata nera, vanno al ballottaggio i due candidati più votati. Ergo, bisogna trovare voti tra le forze dell’opposizione.
Per non correre rischi, D’Alia potrebbe chiedere per Ardizzone una poltrona di assessore. Il Pd, dunque, prima di dare il via libera a Crocetta sugli assessori tecnici, attende che l’Udc scopra le sue carte. Se Ardizzone sarà presidente dell’Ars, l’Udc potrebbe indicare come assessori tecnici due dirigenti generali.
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi