I Fatti
Antonio Di Pietro, investito dagli scandali regionali, con l’Italia dei Valori è stato bersaglio della trasmissione televisiva Report, che ha fatto un’inchiesta sulla gestione dei fondi da parte del suo leader. La puntata di Report si è concentrata anche sulla gestione dei rimborsi elettorali dell‘Idv e sul rapporto tra questi fondi e la creazione di un consistente impero immobiliare attribuito all’onorevole Antonio Di Pietro.
In seguito alla trasmissione di domenica 28 ottobre 2012, Antonio Di Pietro ha minacciato pesanti azioni legali ma nel contempo il servizio televisivo ha scatenato un vero e proprio uragano ed ha infiammato il web, sul profilo Facebook dell’onorevole e sul suo sito web, è gonfiata l’onda dell’ insoddisfazione e del malcontento. Alcuni dipietristi si sono detti sconsolati, constatando che tutti possono sbagliare, mentre altri hanno mostrato rabbia e risentimento.
L’Onorevole Di Pietro ha tentato di arginare questo social-tsunami replicando ai post ed allegando documenti che attesterebbero l’origine dei fondi con i quali sarebbero stati acquisiti i beni immobili citati nel servizio di Report. In aggiunta a questo, l’ex magistrato ha annunciato querele per diffamazione, puntualizzando che in passato aveva già ottenuto, risarcimenti per episodi simili.
Oltre al social-tsunami nel suo partito vari esponenti di spicco pretendono chiarimenti se non prese di distanze, il capogruppo alla Camera, Massimo Donati reclama un urgente congresso straordinario per fare chiarezza e luce sugli eventi. Fabio Evangelisti, presidente vicario dei parlamentari Idv, dichiara che Di Pietro rappresenta la storia del partito, ma é ora di convocare il direttivo per avviare delle doverose pulizie in casa e per intraprendere una nuova era, nel partito, all’insegna delle decisioni collegiali.
Davanti alla richiesta di un congresso straordinario avanzata da Massimo Donadi, in molti hanno preferito glissare su una Assemblea nazionale da tenersi entro il mese di dicembre, ci si vuole dare un mese di tempo per riflettere, nel frattempo l’ex pm é pronto a rinunciare alla presidenza del partito.
L’Ufficio di Presidenza
Abbiamo svolto un’approfondita analisi critica rispetto ai fatti, in alcuni casi anche sottoposti al vaglio della magistratura, che hanno coinvolto alcuni propri esponenti a livello locale. E’ stringente il bisogno di individuare nuove e ulteriori regole per la selezione delle candidature e per vincolare gli eletti sul territorio a comportamenti coerenti con gli ideali e le finalità del partito.
Organizzeremo, a Roma, per il prossimo mese di dicembre, l’assemblea generale del partito, aperta a tutti gli eletti, gli amministratori e gli iscritti IdV, in modo da porre nuove regole e basi per un Congresso straordinario per un rinnovamento radicale.
Introdurre e rendere vincolanti alcune specifiche misure in materia di trasparenza dei comportamenti individuali e delle scelte politiche. Impegnare i Gruppi, presenti nei vari Consigli Regionali, a dotarsi di un proprio regolamento di funzionamento interno, sulla base di uno schema-tipo, perché la trasparenza non venga a mancarenelle decisioni e nella gestione delle risorse.
I gruppi che non procederanno alla sua adozione, entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di ricezione del relativo schema, saranno ritenuti non più riconducibili all’Italia dei Valori e diffidati a fare uso del relativo simbolo. Sarà poi lo stesso Ufficio di Presidenza a sottoporre le prossime candidature al Parlamento Nazionale e ai vari consigli regionali, ove si svolgeranno le rispettive elezioni.
L’intervista del 1/11/12 al Fatto Quotidiano a cura di Carlo Trecce
Antonio Di Pietro ha perso qualcosa: “Dov’è la mia agenda? Venga, le faccio vedere. Io mi siedo su quella poltrona singola”. Decisionista, sempre. Uomo partito, uomo comando, uomo immobili: “Le visure catastali, fresche fresche. Guardi, leggiamo insieme”. S’accomoda, riprende punto per punto la trasmissione Report, l’incedere sofferto: “L’italiano mi punisce. E poi il taglia e il cuci di un video. Ma io stimo Milena Gabanelli”. L’ex magistrato parla con le carte in mano. Le carte non lo scrivono, non lo dicono, ma l’uomo – che attira aggettivi negativi anche dal figlio politico, l’Idv – è rassegnato. “Voglio chiarire tutto”.
Un attimo di pazienza, che succede?
(Ripone gli occhiali, chiude la cartellina) Qui a maggio andiamo a casa: non entriamo in Parlamento. La storia già la conosco. L’Italia dei Valori è finita domenica sera, a Report. Mediaticamente siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio, di un sistema politico e finanziario che non ha più bisogno di noi.
Chi spegne la luce?
Noi, non più io. Combattiamo, ma sarà dura: porte sbarrate a sinistra, porte sbarrate ovunque. Siamo isolati, speriamo che i nostri elettori ci aiutino.
E se va male?
Faremo opposizione fuori dal Palazzo. E tiferemo per Beppe Grillo.
Una domanda tormenta gli italiani, quante proprietà possiede, 54 o 56?
Mi faccia ridere un po’. I miei figli scherzano: tu perché hai 8 fabbricati e io solo 7? In realtà, entrambi hanno una casa a Milano, comprati su progetto, per risparmiare, attraverso una cooperativa, e una quota di eredità materna a Bergamo. Tutto qua.
E sua moglie? I suoi 49 terreni e 7 fabbricati a Montenero di Bisaccia?
Lei è ricca di famiglia. Non ha beneficiato dei miei guadagni, anzi. Ha uno studio fortissimo, è indipendente, è una donna intelligente e rispettabile. Non è la moglie di Di Pietro. A Montenero ho appezzamenti per gli ulivi, il grano e baracche per il trattore e addirittura la stalla. Queste sarebbero le mie ricchezze?
Non è povero.
Mica mi lamento? Ma sono soldi sudati e ricevuti vincendo cause per diffamazione.
Per due volte, a Roma e Busto Arsizio, ha comprato due appartamenti e li ha dati in affitto al partito. Non è strano?
Non c’è nulla di irregolare. Certo, non lo rifarei. Ma io ho messo in piedi una macchina quando Internet non esisteva e non avevo i capitali necessari.
Nel ’95 la signora Borletti le lasciò quasi 1 miliardo di lire in donazione.
La data è importante: non facevo politica, mi difendevo in tribunale. Ho incassato i soldi in due rate, nel ’98 e nel ’99 e in parte li ho utilizzati per l’Idv che cominciava da zero lire. Ho commesso tanti errori, lo ammetto. Chiedo scusa, e ricomincio. Ma su questi fatti sono perseguitato, e non per caso.
Cosa pensa di scontare?
Quello che rompe le scatole al governo di Mario Monti e critica il presidente Napolitano per il conflitto d’attribuzione con la Procura di Palermo viene automaticamente escluso. Io lo sapevo, ma non posso rinunciare ai principi dell’Idv.
Crolla tutto.
E noi cerchiamo di riparare il tetto. Non è stato facile, però avremo regole ancora più stringenti sui soldi che gestiscono i gruppi regionali e sui candidati per le prossime elezioni.
Farete le primarie?
Subito, in rete. Chiunque potrà presentare il proprio curriculum, che sia un iscritto al partito o un semplice simpatizzante, un comitato di garanti esaminerà la candidatura e un sistema elettronico, come quelli che usa Grillo, selezionerà i migliori. Così eviteremo i casi Sergio De Gregorio. Deve sapere che io, Grillo, lo ammiro e lo copio.
E i casi Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo nel Lazio, indagato per peculato?
L’ho conosciuto giovanissimo, laureato, educato, preparato. Ha fatto carriera. Era insospettabile. Come potevo immaginare queste accuse? Se ci fosse la preveggenza, non ci sarebbero i divorzi. L’Italia dei Valori, però, adesso è un divorzio continuo.
Ce l’ha con Bersani?
No, per carità. Anche lui è vittima di un sistema. Se ne accorgerà, quando gli faranno le scarpe.
Si spieghi, Di Pietro.
Quando dovrà formare il nuovo governo e Monti sarà pronto per il bis.
Teme di non farcela, stavolta?
Sì, ma chi s’arrende è già perduto. E io questi adagi popolari non li dimentico
Intanto Beppe Grillo dal suo blog dichiara:
Di Pietro uomo onesto. Persona giusta per il Quirinale, in Parlamento è l’unico che si è opposto al berlusconismo.
“Andiamo oltre l’Italia dei valori”. L’Arabe Fenice proverà a risorgere. Dove! Prove di alleanza con il Movimento 5 Stelle?
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Massimo Donadi:
“Oggi l’Idv di Di Pietro è morta. Ha dato la colpa al partito dei fatti di ‘Report’ che invece riguardano lui. L’intervista a “Il Fatto Quotidiano” è il necrologio dell’Idv o di Antonio Di Pietro, a seconda di come uno veda la cosa. Mi dispiace solo di aver perso gli ultimi 2 giorni a tentare di ricostruire il partito quando lui invece aveva già organizzato tutto, con gesto molto poco nobile, almeno a giudicare dall’intervista e da quanto detto da Grillo”.
Pancho Pardi:
“E’ ora di cambiare leader. Mi sembra ora di cambiare leader de lpartito. Dopo le elezioni del 2013 probabilmente ci sarà un cambio e forse prima ci saranno altre sorprese. Basta con i parenti in politica sono contrario sia al cognato di Di Pietro sia al figlio, ma questo l’ho sempre detto a Tonino. Noi siamo diversi dagli altri e bisogna dimostrarlo coi fatti. E fu un errore mettere la moglie nell’associazione che controllava i soldi”.
Antonio Borghesi:
“Serve discontinuità. E’ un peccato il non far niente con il pretesto di non poter far tutto, come insegna Churchill. Le decisioni dell’ufficio di presidenza di Idv non appaiono sufficienti ad affrontare la criticitàdella situazione in cui versa il partito, ma appaiono solo come l’inizio di ciò che c’è da fare. C’è bisogno di discontinuità la cui base potrebbe trovarsi nelle mozioni da me presentate al congresso del 2010 e mai discusse e votate: trasformazione dell’ufficio di presidenza in organo elettivo; trasferimento della competenza per le modifiche statutarie al congresso o all’esecutivo nazionale; limite a due mandati o a 10 anni per parlamentari e consiglieri regionali; codice di comportamento degli eletti”.
Leoluca Orlando:
“L’Idv è morto come partito, ma non solo: è il sistema dei partiti a essere morto. Lo dico da tempo fin da quando sono stato eletto. A Vasto abbiamo deciso di aprirci alla società civile, ma secondo me c’è qualcuno che vuole celebrare il funerale senza che ci sia il morto, o meglio qualcuno che vuole svincolarsi”.
Antonio Di Pietro:
“Caro Beppe, facciamo paura perché siamo nel giusto. Continueremo a esistere e a lottare per le battaglie di legalità e democrazia nel nostro Paese. Nessuno ha intenzione di ammainare la bandiera”
Antonio Di Pietro:
“Tutti quelli che nell’Idv, fino ad oggi, ne hanno approfittato e speravano di poterne approfittare ancora per riciclarsi, con abili manovre di trasformismo politico, fanno bene ad essere preoccupati. Perché sono effettivamente arrivati al capolinea all’interno del partito. E’ bene che costoro si preparino a traslocare altrove, giacché il Congresso prossimo venturo che ci aspetta non è, né può essere, riservato solo agli amici e agli amici degli amici. Insomma, a coloro che portano un mucchietto di tessere ogni tanto solo per assicurarsi una ricandidatura e una poltrona, sfruttando il lavoro e lo sforzo dei tanti, tantissimi militanti e dirigenti perbene che hanno fatto il loro dovere civico dentro il partito. A costoro ribadisco: state sereni che l’Idv continuerà ad esistere e a lottare per le proprie battaglie di legalità e democrazia nel nostro Paese. Nessuno ha intenzione di ammainare la bandiera”.
Antonio Di Pietro:
“Certo, quanto prima, e sicuramente in occasione del Congresso, toglieremo anche il mio nome dal simbolo ma questo solo perché una volta eliminate le mele marce e i tanti ‘mosconi verdi’ che erano saliti sul nostro carro, saremo tutti in grado di camminare a testa alta senza più il pericolo di coltellate alle spalle”.
Antonio Di Pietro:
“Quanto alla mia intervista di questa mattina su Il Fatto Quotidiano, i ‘soliti soloni’, soprattutto quelli presenti all’interno dell’Idv, mi chiedono di smentirne il contenuto e di rettificare il mio pensiero. E perche’? Che cosa ho detto di male? Ho solo segnalato che l’azione di killeraggio politico in corso, su vari fronti, ai danni dell’Idv, da ultima quella realizzata da chi a Report ha dato informazioni false e documenti parziali e farlocchi, traendo così in inganno anche la sua conduttrice, sta scientemente delegittimando la nostra forza politica. Questo, allo specifico scopo di voler impedire al partito di raggiungere il quorum del 5% e così farlo restare fuori dal Parlamento nella prossima legislatura”.
Massimo Donadi:
“Di Pietro è finito. Mai più nello stesso partito. Ha liquidato il partito con una intervista. Dopo aver ascoltato Grillo mi sembra sia tutto frutto di una tela che si stava tessendo da tempo”.
Massimo Donadi:
“Stabiliremo se l’Idv morta é come vuol far credere Di Pietro o se non è Di Pietro che cerca di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai suoi problemi”.
Pier Luigi Bersani:
“Un ticket Beppe Grillo-Antonio Di Pietro porterebbe ad una direzione non utile al Paese, ne’ come modello democratico, ne’ per affrontare i problemi dell’Italia”
Massimo Donadi:
“Tradito dal segretario, si comporta come Berlusconi e il suo declino sarà simile. L’Idv negli anni in cui è esistita non ha fatto antipolitica. Il Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino simile a quello di Berlusconi, cambiando idea dalla sera alla mattina”
Fabrizio Cicchitto:
“Di Pietro è nel momento di sua maggiore difficoltà e Grillo cerca di cannibalizzarlo”
Felice Belisario:
“L’Italia dei Valori si è data un percorso chiaro il cui punto di partenza è il documento approvato ieri all’unanimità dall’Ufficio di presidenza. Indiscrezioni, teorie giornalistiche, singole esternazioni, lasciano il tempo che trovano”
Massimo Donadi:
“L’ipotesi di un congresso dopo le elezioni non c’è più. Entro dieci giorni ci sarà un’assemblea autoconvocata con tutti quelli che vogliono difendere i nostri valori e l’esperienza di questi anni, e che non si riconoscono nel necrologio. Io credo che l’Italia ha ancora bisogno delle nostre battaglie”
Massimo Donadi:
“Di Pietro stava lavorando da tempo a un percorso di avvicinamento con Grillo che si è perfezionato dopo un lungo lavorio sotterraneo. Grillo non vuole l’Idv, vuole Di Pietro. Mi sento truffato e tradito e spero si possa lavorare a una nuova Idv. Se il partito deciderà di suicidarsi obbedendo al necrologio di Tonino ognuno sarà libero di fare quel che vuole”
Sarebbe ora di responsabilizzare anche i giornalisti, per una informazione attendibile. ma non può essere solo a loro carico, ma divisa per i livelli di responsabilità, per l’attendibilità e veridicità
del fatto. Analogamente dovrebbe valere anche per i giudici e magistrati e per tutti coloro, con ruoli di alta responsabilità che agiscono recando danni morali e materiali. Altra perdita di democrazia é il bavaglio all’opinione. La RAI “servizio pubblico” é sempre stata al servizio del “potere” e dei “potenti” appaltata dai partiti. Chi comanda é l’appaltatore e oggi l’appaltato si “ribella”!? Occorrerebbe ribellarsi per conquistare quella autonomia morale e professionale per svolgere e difendere una informazione verità.
L’informazione ha un suo peso, un suo schieramento, una sua manipolazione dove le scelte di crede sono tre: credere perché è corretta, non credere perché falsa e/o manipolata, politicizzata perché al servizio e schierata con Tizio, Caio, Sempronio. In particolare la RAI “Servizio Pubblico” dove regna il pluralismo trasformatosi in spartizione “democratica” ( Il periodo più prolifico, che spalancò le porte di viale Mazzini a tanti giornalisti, fu sicuramente quando al governo c’era il pentapartito: denominato 632111, la dice tutta).
L’umiltà, l’onestà morale professionale e politica dei tre massimi poteri, dove il popolo si affida: Magistratura per la giustizia, politica per il governo della società e informazione per la verità, viene rappresentata con superbia , tetra costellazione di vizi: orgoglio, arroganza, arbitrio, tracotanza, boria esteriore, desiderio di abbassare gli altri per emergere.
Oggi tutto si racchiude in una unica “VERITA’” : IL male in ITALIA è Berlusconi.
Antonio Di Pietro:
A Maurizio Crozza, “Persino tu, che non sei dei faziosi, divulghi le bugie sul mio conto dette in questi giorni”