Un interessante articolo di Paolo Mangiafico, pubblicato sul giornale LaSicilia nel marzo del 2006, parla di Graal e di Templari, di luoghi che ci appartengono, di passaggi inediti tra storia e leggenda. Il discorso è abbastanza ampio. Quindi andremo per gradi. Si parte dal Sacro Catino, cioè il piatto o il calice utilizzato da Gesù nell’ultima cena e, a quanto pare, recuperato in Terra Santa da Guglielmo Embriaco Testadimaglio, durante la prima crociata, a fianco di Goffredo di Buglione. Ma nel tempo, il Graal assunse diverse simbologie, tra saghe celtiche e racconti gotici. Fino a quando Robert de Boron, nel testo “Joseph d’Arimathie” affermò che con il Graal, ovvero la coppa usata nell’Ultima Cena, Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto il sangue del Cristo versato sulla croce.
Da lì il santo lo avrebbe portato nelle Isole britanniche, dove fondò la prima chiesa cristiana. L’articolo di Mangiafico si rifà ai “Mille volti del Graal” (2005), testo di Roberto Volterri, archeologo e di Alessandro Piana, biologo. Volterri afferma: «Numerose sono le ipotesi che abbiamo preso in considerazione nell’esaminare come il Graal abbia potuto fare la sua comparsa in Italia nel corso degli ultimi duemila anni. E per cercare questi segni siamo stati in tanti luoghi dell’Italia e anche in Sicilia, sull’Etna, sulle tracce di Re Artù». E qui entra in ballo la leggenda. Si racconta che il monarca britannico, prima di morire, desiderasse riparare la sua spada spezzata. Così, pare che l’Arcangelo S. Michele lo portasse sulle cime dell’Etna dove il re potè saldare con la lava la sua spada.
Secondo una ricerca di Kristjan Toomaspoeg, non è un caso dunque che ci sono località come Murgo (a Lentini, nei pressi di Agnone) e Sant’Andrea (nel territorio di Buccheri). Poi, è ancora Mangiafico ad affermare che la presenza dei Templari nella nostra provincia risale alla prima metà del XII secolo. Nella fattispecie, va sottolineato che, oltre alla basilica del Murgo e alla chiesa di Sant’Andrea, i cavalieri del Santo Graal posero mano su altre 3 chiese nella zona di Lentini: S. Leonardo, S. Bartolomeo e S. Nicolò. Non ci resta che immaginare il passaggio dei Templari, la loro cura nel trasportare e custodire il Calice del Cristo in una delle chiese del nostro territorio. Ipotesi affascinante, e forse non del tutto da scartare.
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi