Nel mirino della Procura di Palermo il «Circuito del Mito», la rassegna di spettacoli e manifestazioni culturali organizzata dall’Assessorato regionale al Turismo e finanziata con fondi dell’Unione europea per un ammontare di circa 8 milioni di euro all’anno. Il sospetto è che si tratti dell’ennesimo «caso» di sprechi e favori illeciti. L’indagine, affidata alla Guardia di Finanza, è finalizzata ad accertare se ci sono state irregolarità nella scelta degli spettacoli da organizzare.
L’inchiesta giudiziaria è scaturita da alcuni esposti inviati in Procura da chi è stato escluso dalla rassegna. Finora, ufficialmente, è a carico di ignoti. All’attenzione del pool di magistrati specializzati in indagini a carico sulla pubblica amministrazione – comprese le inchieste sui Grandi Eventi e le spese all’Assemblea regionale siciliana – e coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, riguarda le edizioni del 2010 e del 2011 nonché del 2012 sia per il calendario già svolto che per quello ancora in programma. Per questo motivo, gli investigatori delle Fiamme Gialle nei giorni scorsi hanno acquisito negli uffici di via Notarbartolo dell’Assessorato, la documentazione relativa alle tre rassegne.
Una notevole mole di carte se si pensa che solo nel 2011 sono stati spesi oltre 7 milioni di euro per organizzare 176 spettacoli, per un totale di 596 serate in 100 location della Sicilia.
L’obiettivo dei magistrati è capire come e perché sono stati organizzati alcuni happening culturali e non altri. Insomma, i magistrati vogliono sapere quale criterio è stato adottato per scegliere tra i tanti progetti presentati, visto che non è previsto alcun bando pubblico. E questo perché le manifestazioni del Circuito del Mito, collegate alla promozione del turismo e del territorio siciliano, attivano un sistema di attività connesse e di pubblicità abbastanza consistente sul piano economico.
Quest’anno, le manifestazioni hanno segnato il passo. Si dividevano in due parti. La prima, passata al vaglio della Corte dei Conti, era stata approvata il 26 giugno scorso. Il cartellone era dedicato alle mostre, di cui quattro si sono già svolte, ed altre sono in programma, cadenzate fino al 2013. La seconda parte è dedicata invece agli spettacoli e quindi musica, teatro, danza. Sarebbe dovuta partire a luglio, ma c’è stato, da un lato, un problema di disponibilità di fondi imposti dal patto di stabilità e dall’altro le preoccupazioni scaturite dall’inchiesta aperta, sempre dalla Procura di Palermo, sui Grandi Eventi.
Intanto, il Circuito del Mito va avanti. Gli ultimi Gattopardi tra arte, letteratura e alchimia è, infatti, il titolo della mostra che sarà presentata il 29 ottobre, al Palazzo della Cultura di Messina, dall’assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida. Nove gli autori coinvolti nell’esposizione curata da Francesco Gallo Mazzeo, per un totale di oltre cento opere tra pitture, disegni, sculture, tempere e fotografie: Beniamino Joppolo, Nato Sciacca, Diego Joppolo, Casimiro Piccolo di Calanovella, Filippo Cianciàfara Tasca di Cutò, Carmelo Salleo, Mario Pecoraino, Aldo Pecoraino, Raniero Alliata di Pietratagliata. Parteciperanno anche il dirigente generale Marco Salerno, il direttore artistico del «Circuito», Salvatore Presti, e il presidente del Consiglio comunale di Messina, Giuseppe Previti.
«Mesi fa – dice Lucia Pinsone, candidata governatore della Sicilia – l’inchiesta “Grandi eventi”, con l’indisponente strascico di appartamenti eleganti e fanciulle disponibili, oggi quella sul Circuito del Mito. Intollerabile per i Siciliani assistere al sistematico sperpero di quei fondi che dovrebbero fare del turismo la spinta principale all’economia regionale. La politica del turismo in Sicilia – aggiunge – va riformata dalle fondamenta. Decondizioniamoci dal binomio mare-beni culturali e soprattutto dai grandi sistemi fintamente di ampio respiro, che finiscono per favorire il faccendiere di turno o il sindaco del paesino sperduto, dove è nato l’assessore pro-tempore. Finanziando qualche sagra e qualche amico in meno si potranno creare molti posti di lavoro, al centro di un turismo che sia anche opportunità culturale e territoriale».
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