Soltanto il 5% dei Comuni siciliani ha redatto finora i Piani comunali e intercomunali di Emergenza previsti dalla legge 100 del 12 luglio 2012 di riforma della Protezione civile. Ma entro il prossimo 31 dicembre tutti dovranno adeguarsi alla norma nazionale.
A denunciare il dato allarmante è stato il direttore regionale della Protezione civile, ingegnere Pietro Lo Monaco, che ha inviato negli ultimi quattro mesi ben 3 circolari a tutti i sindaci dell’Isola, e per conoscenza ai prefetti e ai presidenti delle Province.
Con queste circolari Lo Monaco ha sollecitato i primi cittadini siciliani a predisporre questo importante strumento di pianificazione che servirà anche a illustrare alla popolazione come difendersi dai rischi naturali quali incendi, terremoti, alluvioni che potrebbero colpire il territorio. «Sono davvero pochissimi i Comuni finora in regola con la normativa nazionale – ha aggiunto Lo Monaco -. Anche se la maggioranza degli enti locali è inadempiente alla legge, e anche se si dovrebbero adeguare entro l’anno, i termini non sono perentori. In pratica – ha precisato – se non si adeguano in tempo, non c’è una norma che prevede una sanzione». Un paradosso, insomma: si tratta di un onere importante a cui i sindaci devono ottemperare con immediatezza, ma allo stesso tempo, non è prevista una sanzione a chi non rispetta la legge.
Nel frattempo, però, la Protezione civile regionale si sta muovendo per sollecitare le amministrazioni comunali attraverso opere di sensibilizzazione: «Stiamo già provvedendo in molte scuole siciliane a sensibilizzare i docenti e anche i discenti, anche quelli più piccoli, dei vari rischi (sismici, idrogeologici, e gli incendi) cui è sottoposto il territorio siciliano. Occorre affrontare la questione modificando la percezione culturale di questi problemi – ha evidenziato Lo Monaco -. È questo il messaggio che vogliamo dare. Non basta solo l’adozione di un Piano scritto su un foglio di carta: occorre prendere coscienza delle vulnerabilità del territorio isolano».
Il direttore regionale della Protezione civile ha ricordato inoltre ai sindaci, nel loro ruolo di Autorità locali di protezione civile, che «non basta chiamare o chiedere aiuto solo quando si ha bisogno, per incendi, terremoti o altri disastri naturali. Bisogna – ha precisato – anche mettere a disposizione della protezione civile strutture, autobotti e altri mezzi utili. Daremo comunque la nostra collaborazione – ai Comuni che lo chiederanno – per la stesura dei Piani».
I Piani comunali, una volta redatti o aggiornati, dovranno essere trasmessi al Settore regionale della Protezione civile, alle prefetture ed alle Province territorialmente competenti. Ovviamente dovranno riguardare, oltre il rischio sismico, anche gli altri rischi prevalenti sul territorio. «L’obiettivo finale – ha concluso l’ingegnere Lo Monaco – sarà garantire l’efficacia applicativa degli strumenti pianificatori, nonché favorirne la massima divulgazione tra la popolazione interessata attraverso idonee attività informative e formative».
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