Last updated on Ottobre 4th, 2012 at 01:30 pm
Parte dalla Sicilia e precisamente da Catania la prima class action dei detenuti contro il sovraffollamento delle carceri.
Un’iniziativa senza precedenti quella dei 500 detenuti (su 581) del carcere di Piazza Lanza volta a chiedere condizioni meno umilianti e degradanti. I detenuti vogliono garantiti i loro diritti e in maniera simbolica hanno richiesto un risarcimento da 1000 euro. Il problema lamentato dai detenuti nel carcere etneo è il sovraffollamento (12 detenuti in una piccola cella) e la carente assistenza sanitaria.
A dare forza a questa battaglia per i diritti del detenuto è stata una recente sentenza europea che ha condannato lo Stato italiano a risarcire un detenuto, costretto a vivere per alcuni mesi nel carcere di Lecce in una cella di 16 mq con altre 5 persone e dunque in uno spazio sotto i 3 metri quadrati. Da questa sentenza è stato deciso un risarcimento simbolico di 220 euro per il detenuto ma le conseguenze saranno ben altre nel panorama giurisprudenziale italiano. Primo esempio, derivato dal precedente di Lecce, è la class action dei detenuti a Catania, ma questo è solo l’inizio poiché l’obiettivo è quello di coinvolgere gli altri istituti di pena italiani per creare un enorme contenzioso giudiziario.
Per quanto riguarda il tema affollamento, gli istituti di pena siciliani sono al primo posti insieme agli istituti di pena in Lombardia. Questo primato si palesa dal fatto che, in base ai dati del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, lo spazio per detenuto è inferiore ai 7 metri quadrati per la cella singola e ai 4 per la multipla. Sotto i tre metri, la Corte Europea dei diritti umani parla chiaramente di condizione di tortura. In Sicilia si contano circa 7500 detenuti ma la capienza delle carceri siciliane è di 6000. Secondo i dati forniti dall’associazione Antigone (associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale) e aggiornati al giugno 2011, all’Ucciardone di Palermo con una capienza di 450 detenuti, ci sono 700 detenuti con celle in media di 15 mq per 4 persone. Anche al Pagliarelli la media è di celle di 8 mq per 2 persone. E nel carcere di Catania, dove si è avuta l’iniziativa della class action, le celle di oltre 20 mq sono occupate da 10 persone per uno spazio vitale di 2,2 mq. Una situazione imbarazzante quella siciliana e infatti il Garante dei diritti fondamentali dei detenuti Salvo Fleres incontrerà i suoi omologhi per far si che la protesta legale si estenda. Anzi, più che imbarazzante, la situazione è incostituzionale, infatti l’art. 7 della Costituzione italiana solennemente sancisce: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Alfonso Fiumarella