Last updated on Ottobre 4th, 2012 at 01:19 pm
Terra di vigneti, di storia e di artisti. Sambuca di Sicilia si trova in uno dei territori vitivinicoli più pregiati di Sicilia, nella Valle del Belice, con alcune delle cantine siciliane più prestigiose che trovano casa fra le vigne irrigate dalle acque provenienti dal lago Arancio.
Sambuca, circa seimila anime, vanta una storia antica e multiculturale e ha fatto del turismo (oltre che dell’agricoltura) una delle sue attività principali. Le origini della moderna Sambuca risalgono allo sbarco dei musulmani in Sicilia nell’830 e all’arrivo dell’Emiro Al Zabuth, che fondo la città di Zabut qualche anno dopo. Nel 1800, si decise di darle il doppio nome di Sambuca Zabut in onore del suo fondatore. Nome che fu cambiato in Sambuca di Sicilia nel 1928, in epoca fascista.
Espressione dell’origine araba è il centro storico con “li setti vaneddi” (sette vicoli saraceni), la chiesa della Matrice e il terrazzo Belvedere, i resti dell’antico castello dell’Emiro. Tracce arabe che si mescolano con le facciate barocche e i palazzi dell’Ottocento. Fuori dal centro storico, rimangono le antiche torri di Pandolfina e Cellaro e il fortino di Mazzallakkar. Testimonianze di tempi più remoti, però, sono quelle che provengono dal sito di Monte Adranone, un’area archeologica siculo-greco-punica, risalente VI-IV secolo a. C., unico insediamento archeologico del Mediterraneo situato a circa mille metri di altitudine. Un’area che vale la pena di essere visitata, assieme all’Antiquarium “Monte Adranone” realizzato dal Comune di Sambucanell’ex Monastero di S. Caterina.
Nell’Antiquarium sono esposti molti reperti frutto degli scavi nell’area archeologica. È in corso l’ampliamento dell’Antiquarium all’interno del Museo Archeologico “Ciandro Giuseppe Panitteri”, in fase di allestimento. Sambuca è terra d’arte e di artisti. Se il “segno” lasciato da Gianbecchina è ormai indelebile, esposto nella Chiesa di San Calogero, sede dell’istituzione Gianbecchina, ad un’altra artista è riservata la mostra permanente allestita nell’ex Monastero di S. Caterina: qui sono esposte le “sculture tessili” di Sylvie Clavel, parigina che vive tra la capitale francese e Sambuca, dove ha creato un laboratorio-centro culturale, sede di incontri con giovani e artisti e meta di visitatori e curiosi. Ancora dipinti. Nell’ex Monastero di S. Caterina si possono ammirare La Sacra Famiglia, San Gregorio Nazianzeno, La Madonna Addolorata con Gesù Bambino morto dipinti da Frà Felice da Sambuca, al secolo Giacchino Maria Antonio Viscosi, nato nel 1734 proprio nella cittadina dell’Agrigentino.
La verve intellettuale-artistica di Sambuca si manifestò anche nel 1800, quando qui si formò un gruppo di intellettuali, tra i quali Emanuele Navarro della Miraglia. Il salotto letterario di questo piccolo centro diede origine a discussioni sull’arte e la letteratura: sembra, dal carteggio tra Navarro e Luigi Capuana, che qui nacque il Verismo. Oggi a testimonianza della fervente e vivace borghesia del tempo rimane il teatro dell’800, L’Idea: piccolo “gioiello” ancora attivo e funzionante.
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