Last updated on Ottobre 1st, 2012 at 04:25 pm
In occasione della mostra organizzata nel 2007 dalla Fondazione Banco di Sicilia e dalla editrice Alinari il Presidente Gianni Puglisi ebbe a scrivere: «I miti non si incontrano. Enzo Sellerio è difficile incontrarlo per strada, per caso, piuttosto lo intercetti inciampando in una sua traccia fotografica, letteraria, editoriale o anche solo intellettuale (famose sono le sue provocazioni contro alcuni casi di ordinaria follia burocratica). La sua grinta bonaria ha accompagnato molte generazioni di palermitani e non, per più di mezzo secolo in una affascinante avventura intellettuale ed editoriale. Enzo Sellerio rappresenta un Maestro per le giovani generazioni di fotografi d’arte e di cultura del libro e un mito per quanti per l’arte della fotografia e per la religione del libro hanno preso voti e talora brandito spade». E conclude con un significativo: grazie, Enzo.
E’ un ringraziamento al quale vorremmo unirci, grazie per le bellissime foto che ci hai regalato, per i tuoi libri, per aver diffuso nel mondo l’immagine di una Sicilia pulita, per aver fondato in un periodo difficile (1969) una casa editrice che ha fatto conoscere i nostri autori e la nostra cultura. Dalle stanze di via Siracusa 50 sono transitate le nostre migliori penne, da Consolo a Bufalino, a Sciascia al più recente Camilleri. E’ stato un punto di riferimento per quanti si recavano in Sicilia in cerca di luoghi e personaggi da ritrarre o storie da raccontare.
Nel 1955 il primo reportage, Borgo di Dio, uno dei capolavori della fotografia neorealista in Italia. Nel 1961 la rivista svizzera «DU» gli schiude le porte del panorama internazionale, seguono Vogue e Life.
Nel 1971 Life dedica due intere pagine al fotografo con «fucilazione»: alcuni ragazzini della Kalsa giocano alla guerra con delle pistole giocattolo, è una delle foto più rappresentate di Sellerio e che farà il giro del mondo. L’uomo e l’asino, un’altra delle invenzioni del Nostro non vanno ad imbarcarsi sulla portaerei, ma come dice il titolo: l’oste conduce il suo asinello a vedere la portaerei, Indipendence, Palermo 1960. Quindi Danilo Dolci fotografato nel 1957 su di un letto, avvolto da coperte di ordinanza nel corso di un digiuno, nel cortile Cascino di Palermo. Le persone che lo attorniano sono Nino Sorgi, Ignazio Buttitta e Carlo Levi, in uno strano atteggiamento di attesa. Vincenzo Consolo scrive: «Lo stile di Sellerio non è espressionistico. Non c’è violenza, non c’è lupara, ma c’è l’uomo, c’è amore, pietas, verso tutte le creature ritratte».
Sellerio ha creato un’iconografia del paesaggio e delle città, soprattutto della Sicilia. L’ha fatto non su commissione, ma muovendo da una vocazione personale, ponendosi interrogativi, avendo l’occhio sul mirino della macchina fotografica, cercando di cogliere e di comunicare il suo in mezzo ad uomini e animali. Grazie Enzo.
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