Last updated on Ottobre 2nd, 2012 at 04:28 pm
Palermo. La spaccatura traumatica nel Pd è stata evitata per un pelo. Ma non è detto che sia stata scongiurata del tutto dopo la decisione di non adottare «nessuna risoluzione conclusiva in direzione per senso di responsabilità».
Una direzione convocata dal segretario, Lupo – che nei prossimi giorni vedrà il segretario nazionale, Bersani -, in vista delle prossime elezioni amministrative, ma anche per affrontare il «caso Lombardo» in seguito alla richiesta del Gip alla procura della Repubblica di Catania di imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa, nei confronti del presidente della Regione e di suo fratello.
Una convocazione contestata dall’area che fa capo a Lumia e al capogruppo all’Ars, Cracolici, nonché dalla componente «Innovazione» che fa riferimento a Cardinale, Genovese e Papania che con una lettera firmata da 64 componenti la direzione su 111, avevano chiesto a Lupo di «revocare la convocazione della direzione regionale, considerando inopportuna tale riunione nel pieno della preparazione delle liste e delle alleanze che riguardano parecchi comuni siciliani, tra i quali Palermo, Agrigento e Trapani».
Lumia, Cracolici e l’area «Innovazione», che nelle scorse settimane hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Lupo, hanno sottolineato che «non si è convocata la direzione, sebbene richiesta, per definire una comune strategia per il voto, è slittata l’assemblea del Pd per discutere e votare la mozione di sfiducia, facendo appello al senso di responsabilità e per venire incontro alla domanda di unità che viene dalla nostra base».
La replica di Lupo non si è fatta attendere: «Il Pd siciliano ha il dovere di fare un’analisi attenta dell’attuale situazione politica a prescindere dalle vicende giudiziarie del presidente della Regione che bisogna pur valutare, ma la politica deve anticipare le scelte della magistratura. Come ha detto Bersani, bisogna aprire una fase nuova. Coloro che hanno chiesto il rinvio della direzione regionale sono la minoranza. Infatti, alcuni dei firmatari sono presenti e altri, addirittura, non sono iscritti al Pd e hanno aderito ad altri partiti e c’è perfino qualcuno che non ha firmato».
Per Bianco, «quello che è accaduto è di una gravità inaudita. C’è un Gip che ha deciso l’imputazione coatta per il presidente della Regione, sostenuto, mio malgrado, da una parte rilevante del Pd. Mi dispiace non potere sentire ciò che pensano Cracolici, Lumia, Papania e altri». Sulla vicenda che coinvolge il presidente della Regione, da Catania si è soffermata anche il capogruppo del Pd al Senato, Finocchiaro: «Penso che una valutazione dentro il partito, con gli organismi eletti, sia la migliore delle soluzioni per affrontare una questione molto delicata».
Ma la direzione del Pd, come detto, non ha adottato alcuna decisione, ma ha confermato la spaccatura verticale al suo interno. «E’ successo quello che temevamo – ha detto Cracolici -: la direzione regionale del Pd è servita solo ad amplificare le divisioni interne. E’ servita solo a farci del male. Sono d’accordo con Lupo che occorre una fase nuova, ma a cominciare dal partito in Sicilia che dovrà avere una guida solida e sicura». E gli hanno fatto eco Genovese e Papania: «Quello che sta accadendo dimostra che il Pd siciliano ha una guida incerta: il segretario dimissionario ha perso ormai lucidità e serenità. Nel giro di poche ore si è contraddetto persino a proposito dell’odg. Se chi vuole gestire il partito, seppur in questo contesto particolare, continua a cadere in ripetute contraddizioni e non è in grado di capire qual è l’indicazione della maggioranza del Pd, significa che è il momento di compiere scelte dolorose, non più rinviabili».
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