Il dragaggio è un operazione diffusa che rappresenta un elemento cruciale per garantire la funzionalità e la sicurezza degli ambienti acquatici. Ma quali sono gli scopi delle macchine di dragaggio e come esse influiscono sulle strutture idriche? In questo articolo analizzeremo in dettaglio i principali obiettivi delle operazioni di dragaggio e le tipologie di macchinari utilizzati.
Dragaggio: cos’è e quali sono le sue finalità?
Una delle principali finalità del dragaggio è la rimozione di materiale dal fondo dei corpi idrici, come fiumi, laghi, mari e porti, al fine di mantenere o migliorare le condizioni di navigabilità, creare spazi abitativi o industriali e proteggere l’ambiente.
Le macchine di dragaggio sono particolari imbarcazioni o dispositivi meccanici che permettono di effettuare queste operazioni in modo efficiente e veloce.
Uno degli scopi principali del dragaggio è quello di incrementare la profondità delle acque, consentendo così il passaggio sicuro delle imbarcazioni anche di grandi dimensioni. Negli anni, infatti, il trasporto marittimo si è evoluto, con navi sempre più grandi ed efficienti che necessitano di acque profonde per poter navigare in sicurezza. Il dragaggio risulta quindi fondamentale per garantire l’accesso a queste imbarcazioni, evitando il rischio di spiaggiamenti o incidenti durante la navigazione.
Man mano che il tempo passa, i fondali acquatici tendono a riempirsi naturalmente di sedimenti e detriti trasportati dalle correnti, dal vento e dai movimenti delle acque stesse. Questo fenomeno può ridurre notevolmente la profondità dell’acqua, rendendo difficoltoso e pericoloso il passaggio delle imbarcazioni.
Le operazioni di dragaggio permettono quindi di mantenere costantemente adeguata la profondità dei canali di navigazione e degli specchi d’acqua, consentendo una navigazione sicura anche nei porti con un elevato traffico marittimo.
Oltre a garantire la navigabilità, il dragaggio svolge anche un ruolo chiave nella salvaguardia degli ambienti acquatici. Infatti, attraverso le varie tecniche di dragaggio è possibile rimuovere materiale contaminato, come fanghi, rifiuti e sostanze chimiche, contribuendo così al ripristino delle condizioni ambientali.
Inoltre, il dragaggio può essere utile anche per consolidare fondali instabili o indeboliti da fenomeni erosivi, prevenendo il crollo di infrastrutture idriche come dighe e argini.
Le tipologie di macchine di dragaggio
Per assecondare le diverse esigenze legate al dragaggio, sono state sviluppate negli anni diverse tipologie di draghe, ognuna specifica per uno scopo preciso.
Le draghe a benna sono costituite da una serie di secchi solitamente collegati ad una catena, che ruotano attorno ad un montante posizionato verticalmente lungo la barca. Questa tipologia di macchina è particolarmente indicata per lavori che richiedono un’elevata precisione e una minore rimozione di materiale.
Il materiale viene quindi raccolto dalla benna e trasportato su un nastro trasportatore o in un’apposita zona di stoccaggio all’interno dell’imbarcazione.
Le draghe aspiranti sono indicate per la rimozione di sedimenti morbidi, come sabbia, limo e fango. Queste macchine utilizzano potenti pompe per creare un flusso d’acqua che aspira il materiale dal fondo dei corpi idrici. Successivamente, l’acqua e i materiali vengono separati e smaltiti attraverso l’utilizzo di separatori di solidi liquidi.
Per lavori di dragaggio particolarmente complessi o che richiedono una notevole profondità, si utilizzano spesso delle draghe auto sollevanti. Queste imbarcazioni sono dotate di uno o più bracci meccanici estensibili, muniti di utensili specifici per la rimozione di diversi tipi di materiale.
Grazie alla loro flessibilità e all’avanzata tecnologia impiegata, le draghe auto sollevanti rappresentano una soluzione ottimale per lavori di grande portata e difficoltosi.
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