“Non mi ammazza nessuno. Per morire mi devo suicidare. Ma io non sono Giulio Cesare: i Bruto me li mangio a colazione”.
Così il leader di FI in Sicilia Gianfranco Micciché in un colloquio col Fatto Quotidiano. “Ho deciso di rimanere in Sicilia – annuncia – non vado a fare il senatore a Roma: questa soddisfazione i miei nemici non l’avranno. Ho già scritto a Palazzo Madama per notificare la mia scelta intanto perché nella difficoltà non sono abituato a scappare e soprattutto perché, almeno finora, nessuno si è fatto avanti con un’offerta di pace. Anzi. Forza Italia è una sola – dice ancora – Questi mi vogliono fare fuori, con modalità feroci, perché hanno paura che le liste, ora che si voterà a Catania e altrove, le farò io.
Ma se lo mettano in testa: il simbolo ce l’ho io e solo Berlusconi me lo può togliere. E lui sa perfettamente, come dimostrano le ultime elezioni, che io posso anche mandare aff… chi se lo merita, ma poi metto il bene del partito sempre davanti a tutto. Altri pensano solo a farsi gli affari loro. Chiunque è uscito da Forza Italia è morto.
Altri sono tornati all’ovile come Schifani che abbiamo perdonato come il figliol prodigo. Ma non vorrei che avessimo sbagliato peccando di generosità. Non ha neppure ascoltato le richieste di Berlusconi quando si è trattato di fare gli assessori: ormai risponde a FdI. E allora si faccia la sua lista. Ma non la chiami Forza Italia”.
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