Nei prossimi anni, in ambito tecnologico, ci saranno dei cambiamenti notevoli che porteranno gli utenti verso nuove frontiere. Questa evoluzione avverrà grazie all’avvento del Web 3.0 e del Metaverso.
Il cosiddetto Web 3.0 si fonda essenzialmente sull’impiego della blockchain e quindi della decentralizzazione del possesso e del controllo dei contenuti. I vari dispositivi pertanto non si connetteranno più a server centrali (come possono essere quelli di Facebook, Youtube), ma a registri distribuiti in cui si trovano tutte le informazioni desiderate. Un po’ come avviene appunto per i Bitcoin, dove non c’è un ricorso a banche, istituzioni finanziarie o notai, ma a una moltitudine di nodi che permettono di gestire e aggiornare, in modo certo, un registro contenente informazioni e dati in maniera condivisa. Il Web 3.0 rappresenta l’ennesima evoluzione della relazione utente-Internet. Mentre, infatti, nella versione 1.0 si assisteva al confezionamento di siti e portali che dispensavano esclusivamente contenuti ai navigatori, e nel 2.0 vi era il caricamento dei contenuti anche da parte di questi ultim, oggi siamo di fronte alla nascita di un funzionamento che offre agli utenti anche il controllo dei servizi e delle infrastrutture alla base. Sfruttando un’architettura simile, si raggiunge quella che qualcuno ha etichettato come una “partecipazione democratica”, dove gli utenti condividono i contenuti e ne trattengono anche la paternità. Al contrario di quanto accade con il Web 2.0, dove gli autori sono costretti a dipendere dalle grandi piattaforme: Tik Tok, Instagram eccetera. Oggi siamo di fronte quindi alla nascita di un funzionamento che offre agli utenti anche il controllo dei servizi e delle infrastrutture alla base. Ne abbiamo già evidenza pratica del resto grazie ad esempio alle criptovalute e all’NFT (in italiano token non fungibile, una sorta di token crittografico che rappresenta un vero e proprio atto di proprietà di qualcosa di non replicabile).
Metaverso: Esperienza immersiva.
Ancora non sappiamo come si evolverà invece il Metaverso nei prossimi anni, possiamo però già farcene un’idea attraverso le prime piattaforme che consentono di muoversi ed esplorare la realtà virtuale.
Ma cos’è davvero il Metaverso? In due parole possiamo sintetizzarlo così: Esperienza immersiva.
Non è corretto definire il Metaverso come una nuova tecnologia. Si tratta, piuttosto, dell’evoluzione della rivoluzione informatica degli ultimi 30 anni, in cui siamo passati PC desktop a dispositivi portatili sempre più piccoli che ci hanno permesso di rimanere connessi ovunque.
L’esperienza è il nodo filosofico che sta dietro a questa discontinuità tecnologica. Se la pandemia ci ha abituati a un uso più costante dell’e-commerce, è innegabile però che la mancata fisicità negli acquisti sia l’ultima frontiera da abbattere affinché l’acquisto a distanza divenga la modalità principale. Acquistare un detersivo o una scatola di pomodori di cui conosciamo la marca non crea nessuna ansia. Ma già un paio di scarpe o un vestito è più complesso.
Abbiamo visto però come inizino a essere presenti nel Metaverso i primi negozi virtuali, in cui le persone hanno la possibilità di vedere e provare direttamente i prodotti in vendita, a partire dai capi di abbigliamento. Una nota azienda di abbigliamento sta già facendo uso del metaverso fornendo ai clienti, che si recheranno nel suo negozio fisico, la possibilità di immergersi nella realtà virtuale. I clienti potranno così accumulare QR Code da sfruttare in seguito per lo shopping nello store fisico.
Giacomo Lanzarone è nato a Menfi nel 1983. Ha studiato in Emilia Romagna conseguendo la Laurea in Informatica. Dopo alcune esperienze professionali in Ferrari e Maserati, nel 2017 è emigrato nella sedicente Padania.
Da alcuni anni si è specializzato come tecnico ERP Infor LN. Oggi si occupa anche di Business Intelligence, con l’ausilio di Infor Dynamic Enterprise Performance Management (Infor d/EPM).
Determinato, sportivo, amante della buona cucina e dei piaceri della vita. Ama viaggiare, allargare i suoi orizzonti e scoprire nuove culture.