E’ un vero e proprio viaggio tra storia, cultura, tradizione e sapori quello di chi sceglie Avola come meta per le prossime vacanze. Un gioiello incastonato nella costa sud di Siracusa, tra il mare cristallino dello Ionio e le colline iblee
Il suo territorio offre paesaggi mozzafiato, uno spettacolo della natura incomparabile, oltre ad essere una città che conserva straordinari tesori da scoprire. Avola è tutto questo e ancora di più. E’ gusto, con prodotti e piatti della tradizione che possono soddisfare il palato dei più esigenti gourmet, per non parlare dei suoi vini che hanno fatto conoscere il nome di Avola, con il celebre “Nero” in tutto il mondo. E’ uno scrigno di fede e spiritualità, testimoniate da chiese barocche ricche di capolavori. È “movida” con il suo Borgo Marinaro che da zona depressa e abbandonata è diventata, dopo un accorto restyling, il centro della vita notturna della zona. Un viaggio che per essere pienamente apprezzato, deve, però, partire “dall’alto”, da quell’incredibile sito naturalistico che è Cava Grande del Cassibile, affascinante meta che richiama viaggiatori da secoli.
“Non appena arrivato mi recai alla Cava Grande: una delle meraviglie della Sicilia. La parte più alta la sua ampiezza è pari alla sua profondità. In fondo scorre il fiume Cassibile che la scavata la percorre perché tutta la lunghezza. È uno spettacolo maestoso imponente, sia che dalla riva del fiume si contempli l’altezza delle rocce, sia che dalla loro sommità si ammira vastità e la profondità della cava. Essa è piena di abitazioni antiche scavate nella roccia e di grotte sepolcrali che risalgono a più di 2500 anni fa”.
Così la descrisse l’intellettuale francese Jean Houel che, nel suo Grand Tour del 1777, inserì anche una visita in questo incredibile canyon naturale, paradiso di chi ama il trekking, ma anche di chi vuol semplicemente godere di una natura incontaminata. Spettacolari le cave, create dallo scorrimento del fiume, il Kakyparis dei Greci e altrettanto spettacolare e unica la flora, con oltre 400 specie vegetali Sul versante nord è possibile osservare un piccolo agglomerato di abitazioni rupestri. Nella zona sud si trova un complesso sistema di abitazioni, scavate nella roccia, disposte una accanto all’altra su 6 diversi livelli paralleli, collegati tra loro da un sistema di cunicoli e gallerie. Mentre ai margini della riserva, a nord-est, sorgono varie necropoli antiche, nelle quali sono stati trovati ricchi corredi tombali e materiale ceramico: la sua peculiare decorazione, detta piumata o marmorizzata, rientra nell’ambito della cultura Ausonia presente nelle isole Eolie e nella Sicilia orientale intorno al 1.000 a.C. Tornando a valle, ci s’imbatte nella foce del fiume Cassibile e nella splendida pineta del Gelsomineto, anch’essa area protetta: una vera oasi sul mare. Qui si trova la spiaggia della Marchesa di Cassibile, con la sua sabbia soffice e i profumi intensi della pineta alle sue spalle. Subito dopo si apre una delle più conosciute spiagge di questo tratto di costa sud orientale: la spiaggia di Gallina. Anche qui meravigliosa sabbia dorata lambisce un mare stupendo. Parte da qui il lungo litorale sabbioso avolese, che con il suo mare turchese e il suo fondale basso è perfetto per le famiglie. Si sviluppa da nord a sud da lungomare Tremoli, con il suo “chalet”, protagonista di tante immagini su instagram e su altri social, spiaggia Pantanello, spiaggia della Logghia, Cicirata.
Ma il mare di Avola è fatto anche di calette nascoste.
Famose quelle di Caponegro e di Falaride, il paradiso di chi cerca tranquillità e nelle cui vicinanze si trova anche il suggestivo dolmen, l’unico conosciuto in Sicilia, una struttura megalitica, formata da grossi blocchi di pietra sovrapposti a secco, risalente al periodo preistorico, tra il III e V millennio a.C. Infine, il borgo marinaro, con la sua spiaggia amatissima dai turisti e la sua piazza di Santa Maria del Mare che, in pochi anni, ha visto proliferare bar e ristoranti, diventando meta turistica tra le più conosciute dell’intero territorio del Val di Noto e centro della movida notturna. In circa quindici minuti a piedi dal litorale si raggiunge il centro storico avolese con la sua perfezione barocca. L’impianto urbanistico ha, infatti, la forma di un esagono, entro cui si sviluppa una scacchiera di isolati con i loro edifici dai tetti piatti. L’isolato centrale accoglie piazza Umberto I, la piazza principale di Avola, dove poter scoprire la chiesa Madre di San Nicolò e la cripta dell’ex chiesa di San Sebastiano. Chiudono il perfetto esagono del centro storico altre preziose chiese barocche, come la stupenda “Annunziata” dai volumi eleganti e leggeri in stile rococò .
Ma Avola è sinonimo anche di buon cibo e buon vino.
Tappa obbligata, dunque, nei bar dove iniziare la giornata gustando granita di mandorla e brioche e nei ristoranti dove il pesce locale è il protagonista di numerose e fantasiose ricette. E di eccellenze enogastronomiche Avola è ricca: dal celebre nero d’Avola (disseminate tra il mare e l’esagono diverse cantine dove poter degustare l’ottimo vino locale) alla mandorla di Avola, base per la preparazione dei dolci della tradizione e a cui, appena due anni fa, è stato dedicato un museo, nato su iniziativa del consorzio di tutela della mandorla di Avola, sostenuta dall’amministrazione Cannata. Si tratta di uno spazio espositivo che illustra ai turisti la storia agricola della città e ricorda agli abitanti il legame profondo tra questa produzione di eccellenza e la sua terra. Lo scopo è quello di mantenere viva la memoria storica di un prodotto unico al mondo, commercializzato dagli avolesi da secoli fino agli Usa e al Giappone e in virtù del quale da diversi anni Avola è gemellata con la città francese di Montauban, dove la pregiatissima mandorla è la regina indiscussa dei dolci della “Maison pecou”, storico e famoso marchio che da 100 anni usa esclusivamente i prodotti di Avola (piccola curiosità: i confetti del matrimonio reale inglese tra Harry e Meghan sono stati realizzati con mandorle rigorosamente di Avola). Fortissimo, poi il legame con la terra: il museo, che fa parte del network Tesori d’Italia, è, infatti, ospitato nel palmento di un’antica masseria di fine ‘800. L’allestimento è un percorso culturale che accompana in un tour i visitatori alla scoperta delle radici agricole ed enogastronomiche del sud est siciliano. Insomma, un territorio dalle mille risorse, ma soprattutto sano e sicuro dove l’imprenditoria legata al turismo sta lavorando per farsi trovare pronta a questo appuntamento con l’estate 2020.
Tratto dal giornale de La Sicilia 12/06/2020 – ANNA MURÈ, Speciale #iorestoinsicilia a cura di PK Sud.
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