La Sicilia resta ancora una volta fuori dal piano opere pubbliche che il governo intende far ripartire. Il tema delle grandi infrastrutture sarà infatti al centro del consiglio dei ministri previsto per il prossimo venerdì. L’impegno addizionale nel triennio dovrebbe ammontare a circa 9 miliardi.
Terzo Valico Genova-Milano, la Tav Torino-Lione, la Pedemontana lombarda, il Mose, l’Alta velocità ferroviaria Brescia-Padova, il Passante di mezzo di Bologna, la Gronda di Genova, il Passante di Firenze: ecco le grandi opere.
Nella cartina, indicante le grandi opere sospese, la Sicilia non esiste!
Il meridione rimane però è stato tagliato fuori: l’ultimo cantiere si ferma a Sibari. L’ennesimo beffa ad un territorio che di infrastrutture e nuovi collegamenti ne avrebbe invece estremo bisogno.
Per il segretario Uil Ivan Tripodi è una vergogna. “Questa ennesima legnata nei confronti di Messina e dei suoi cittadini – spiega – evidenzia l’assoluta inconsistenza di una classe politica che, nel migliore dei casi, dimostra di non avere alcun peso e nessuna considerazione. Si tratta di scelte che non assolvono nessuno e che coinvolgono pesantemente l’attuale e il precedente governo nazionale, per non parlare di quello regionale. Nei confronti di questi fatti e di queste scelte che lasciano poco spazio a qualsivoglia interpretazione, manifestiamo la nostra forte indignazione che è quella di un territorio abbandonato a se stesso e senza alcuna prospettiva di sviluppo che, nei fatti, provoca soltanto una fuga inarrestabile dei giovani e dei cervelli da questa terra”.
La Uil annuncia quindi una reazione forte. “Non possiamo assistere inermi e silenti a questo stillicidio: il sindacato – precisa Tripodi – ha il dovere di farsi rapidamente promotore, di un’iniziativa forte e straordinaria per dare un futuro ai nostri giovani e alle nostre popolazioni“.
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