Si fa presto a dire “carta”! Non tutte le tipologie di carta per stampante sono uguali e, sapendo cogliere le differenze, al momento dell’acquisto è possibile non solo individuare quella più adatta alle proprie esigenze, e quindi a risultati migliori, ma anche a sensibili risparmi.
Quando dobbiamo acquistare carta per stampanti o fotocopie, ricorriamo alle risme, pacchi composti in genere da 500 fogli, il cui formato più utilizzato è il classico A4, con dimensioni 210 x 297 mm, su cui sono tarati tutti i dispositivi di uso corrente per copie e multifunzioni. Solo in alcuni casi, vengono utilizzati anche fogli, e risme, in formato A3, la misura doppia di un A4.
Anche per la risma di carta A4 poi, oltre al formato vi sono altre peculiarità che devono essere valutate nel momento della scelta. Una di questa è la grammatura, cioè il peso di ogni foglio: la carta più comunemente usata ha un valore intorno agli 80g/m2. Può capitare di confondere una grammatura maggiore, che rappresenta ciò che il tatto percepisce a livello di consistenza, con uno elevato spessore del foglio che, al contrario, può variare per altre caratteristiche, come la composizione della fibra, il tipo di lavorazione, l’umidità, tanto da far sembrare diversi fra loro due fogli di pari grammatura.
Come abbiamo visto, la carta cosiddetta “usomano”, quella cioè di uso più corrente, presenta un valore di grammatura (g/m2) dai 60 ai 90 mentre la patinata, più pregiata, può andare dai 100 (per pagine di riviste o volantini) sino ai 350 per copertine di libri e bigliettini da visita.
Formato e peso non sono però le uniche variabili, perché, forse ancor di più, è importante sapere l’utilizzo per il quale viene acquistata. Ed allora entrano in gioco i criteri di classificazione, di cui già abbiamo anticipato, in pratica, la tipologia più economica e quella più cara.
Partiamo dalla usomano, la carta comune, più economica, utilizzata per la maggior parte della stampa di semplici documenti di testo. Segue la patinata lucida, rivestita da una copertura che consente una maggiore lucentezza, richiedendo anche meno inchiostro e che risulta perfetta nella stampa a colori, particolarmente brillante. Esiste anche una versione opaca, molto utilizzata nella stampa professionale, sia digitale che offset. Può essere plastificata, verniciata e anche utilizzata per la stampa di fotografie che, in questo caso, acquistano un effetto molto elegante. Ed infine la carta speciale che, però, non è indicata per la stampa poiché viene impiegata per soluzioni particolari (es. cartoncini), e che ha una superficie ruvida.
C’è ancora un altro aspetto da considerare, la luminosità, cioè il valore di bianco presente, in base al quale abbiamo 4 tipi di carta differenti: il primo, che definiremo A, è di maggior livello, e rappresenta fogli idonei a risultati di altissima qualità, adatti a stampanti laser e a getto d’inchiostro e a fotocopiatrici professionali. Anche il tipo B è di buon livello, per una resa più che sufficiente per ogni tipo di stampante inkjet o laser, fax e fotocopiatrici. Il terzo tipo, il C, è di qualità più economica, è può andar bene per stampe in B/N di uso corrente. Ed infine il D, che rappresenta la carta riciclata, di qualità inferiore ma con il merito del rispetto dell’ambiente.
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