“Ho giurato fedeltà alla Costituzione, non obbedienza al Governo o a persone che hanno rivestito indegnamente incarichi istituzionali”.
Lo ha detto il sostituto procuratore di Palermo Nino Di Matteo, intervenendo al dibattito dal titolo “Le nostre ragioni del no”, assieme al segretario regionale della Cgil Michele Pagliaro e Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi.
Secondo il Pm del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, “l’unico vero, rivoluzionario cambiamento è quello non di cambiare, ma di applicare la Costituzione”. Prosegue Di Matteo affermando che una vittoria del Sì provocherebbe importanti conseguenze: “C’è il rischio concreto di uno sbilanciamento verso il potere esecutivo rispetto agli altri due, legislativo e giudiziario”.
Una riforma, scritta dal Governo, che, ha proseguito il magistrato, “non ha la legittimazione morale per modificare la Costituzione” in considerazione del fatto che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la legge elettorale al momento in vigore”.
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