L’accordo Stato-Regione che, fin dal 2016, porterà nelle casse reginali 1 miliardo e 685 milioni di euro, è stato fortemente contestato ieri, nel corso di una conferenza stampa, dal capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, e dal commissario regionale del partito, Gianfranco Miccichè. Negli stessi minuti, la commissione Bilancio, presieduta da Vincenzo Vinciullo, approvava il disegno di legge che ha sbloccato i 500 milioni di spesa congelata, nell’attesa che il governo nazionale effettuasse il trasferimento. Come è noto, i 500 milioni di euro per la Regione siciliana sono stati inseriti nel decreto legge sui trasferimenti agli enti locali, che dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni.
L’accordo Stato-Regione, maturato in sede di commissione Paritetica, garantirebbe alla Sicilia 1 miliardo e 685 milioni l’anno fino al 2018. Ma per le opposizioni dell’Ars, si tratterebbe di un accordo capestro che condannerebbe la Sicilia al sottosviluppo.
“Un accordo truffa ai danni della Sicilia –lo ha definito il commissario regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè- quello siglato dall’assessore Baccei e da Roma, presentato invece ai siciliani come una grande opportunità per la nostra terra. Ci troviamo di fronte all’ennesima grave presa in giro del duo Renzi Crocetta, nei confronti di una Regione mortificata ed otti letterelmente svenduta”.
Ed ha aggiunto, il capogruppo, Falcone: “In primo luogo l’accordo impone alla Sicilia una riduzione progressiva nel bilancio del 3% annuo, dal 2016 al 2020, un taglio che equivale a 150 milioni di euro all’anno. Un’altra farsa è data dai tanto attesi e discussi 500 milioni di euro, che uscirebbero da un riconteggio sul gettito Irpef al 56,1% percentuale che rischia di fare entrare nelle casse regionali meno di quanto previsto in bilancio. L’accordo è una vera e propria mortificazione per la Sicilia, in quanto da un lato impone la rinuncia agli effetti finanziari delle varie sentenze della Corte Costituzionale, nonché ai ricorsi pendenti, per un valore di oltre un miliardo”.
La replica del presidente della Regione, Rosario Crocetta: “cosa dire su Miccichè ed i suoi attacchi: negli anni 70 si diceva di mettete i fiori nei vostri cannoni. Tra l’altro, Miccichè, non è una newentry che si può permettere un linguaggio così ardito. Anche lui è stato un post-sessantottino, mi sorprende un atteggiamento così aggressivo da parte sua. Mi sembra il discorso rabbioso di uno che non ha niente da contestare. Salvo insultare me e Baccei non è che abbia detto granchè. Cosa ci sarebbe da contestare in questo accordo con lo Stato? Abbiamo 1 miliardo e 685 milioni di euro, senza nuove funzioni, si opera sulla base del maturato e non più del riscosso, i poliziotti che lavorano in Sicilia pagheranno l’Irpef in Sicilia e non a Latina, possiamo programmare il nostro futuro. Risolviamo una serie di problemi. Se erano così bravi perché non lo hanno fatto anche loro quando erano al governo? Con gli accordi precedenti abbiamo calcolato che la Sicilia avrebbe avuto sempre un buco di bilancio di 400 milioni di euro. Facciamo i bilanci senza mutui per pagare la spesa corrente, senza valorizzazioni degli immobili che non determinavano le entrate”.
Ma Miccichè è rimasto sulle sue posizioni: “Dopo aver visto quest’accordo non prendo il kalashnikov perché non sono un terrorista. Crocetta non è in grado di intendere e di volere. Non mi risulta che Crocetta sia diplomato, non è nelle condizioni di capire le carte e firma tutto quello che gli dice Baccei”.
Laconico il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti: “Miccichè è alla ricerca di visibilità”.
L. M. giornale de La Sicilia 29/06/2016
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