“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela”. Inizia citando Enrico Berlinguer, Fabrizio Ferrandelli, l’ex deputato regionale del Pd, dimessosi dall’Ars in polemica con il Pd siciliano e Crocetta, intervenendo all’assemblea “Pd Sicilia, io non ci sto”, all’Hotel delle Palme. a Palermo.
Ripesca una frase “di un’attualità stringente”, sottolinea Ferrandelli, del segretario del Pci contenuta nell’intervista di Eugenio Scalfari, Che cos’è la questione morale, del 1981, per descrivere la condizione del Pd siciliano dell’oggi.
“Cosa è stato – ha detto – se non una macchina di potere e di clientela il partito democratico a Messina? E cosa spinge questo Pd siciliano nell’accanimento terapeutico nei confronti dell’esperienza più fallimentare di gestione della cosa pubblica in Sicilia, quella di Rosario Crocetta, se non l’idea del potere per il potere, dell’occupazione sistematica di poltrone e della cosa pubblica?”
“Cosa spinge – ha continuato rivolgendosi alla platea – i dirigenti del Pd a non dare la parola a voi, agli iscritti, agli elettori sulla linea politica da seguire? L’idea che hanno e che praticano di un partito come strumento di potere gestito da 4 capi corrente e da una manciata di padroni delle tessere”.
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