Mentre Crocetta si dichiara a favore dell’acqua pubblica e assicura la sua presenza in aula martedì prossimo, l’assessore all’Energia del suo governo, Vania Contrafatto, unitamente al dirigente Armenio hanno espresso parere negativo al ddl 455, insistendo col commissariamento del Consorzio Tre Sorgenti e della Voltano, con l’intento di far cedere le reti al gestore privato Girgenti Acque Spa.
“Stupiscono i tempi, – afferma il deputato M5S Matteo Mangiacavallo – un’accelerazione alquanto sospetta sulla quale aleggia l’ombra di possibili pressioni dall’alto, nonché il comportamento irrispettoso del governo nei riguardi dell’Assemblea Regionale Siciliana che, nel frattempo, concluso l’iter delle varie commissioni, ha incardinato in Aula il testo sulla ripubblicizzazione dell’acqua”.
E il fronte del NO alle norme per l’acqua pubblica sta emergendo anche all’interno dello stesso parlamento siciliano. Interviene anche la deputa Udc Margherita La Rocca Ruvolo. “Parte della maggioranza renziana, – afferma La Rocca – infatti, potrebbe far gruppo con l’opposizione di centro destra affiancando gli onorevoli Fontana (NCD) e Di Mauro (PDS) entrambi di Agrigento (provincia dove l’acqua è più costosa che altrove in Italia) che, dalla prima linea, chiedevano invano, a margine delle scorse sedute d’aula, il rinvio della trattazione del testo a settembre”. Il presidente dell’Ars Ardizzone, infatti, è consapevole che non potrà essere oltrepassata la date del 15 agosto per approvare la legge, sì da scongiurare il commissariamento e la conseguente automatica applicazione dello “Sblocca Italia.
L’azione dell'”ex autonomista” Di Mauro, per posticipare oltre ferragosto l’esame del testo, non si è fermata lì. Infatti, lo stesso deputato, dopo aver chiesto di rimandare di quasi una settimana l’incardinamento del ddl, dopo aver insistito sul rinvio del termine per la presentazione degli emendamenti (ottenendone solo il differimento di qualche ora) ha presentato, tramite l’on. Giovanni Greco una pregiudiziale di incostituzionalità.
“Fa specie – continua Mangiacavallo – che la pregiudiziale di incostituzionalità sia stata presentata dai componenti dell’ex Mpa; quelli che un tempo erano autonomisti vorrebbero riportare le competenze sulla materia “acqua pubblica” a Roma quando sono e devono rimanere alla Regione siciliana. Finiscono, perfino, per difendere lo “Sblocca Italia” già oggetto di diversi ricorsi per incostituzionalità da parte di numerose regioni italiane, Sicilia esclusa ovviamente. Noi del M5S difenderemo il testo esitato dalla commissione Ambiente che rivendica i principi sanciti dall’art.14 dello Statuto e certamente non ci piegheremo a queste dinamiche alla stregua di altri deputati regionali che stanno difendendo la nefasta gestione privata dell’acqua”.
In conclusione, così la deputata La Rocca: “Se l’assessore Contrafatto parla di profili di incostituzionalità nel ddl, non capiamo come mai difenda così tenacemente gli stessi Aro frutto della frammentazione degli Ato”.
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