Cosa sa Emilio Fede, l’ex direttore del Tg4, di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi e dei loro rapporti con Vittorio Mangano, il defunto “stalliere di Arcore” inviato da Cosa nostra a Milano per proteggere l’ex Cavaliere e la sua famiglia?
È ciò che si chiedono i pm che hanno depositato agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia la registrazione di una conversazione tra il giornalista e il suo personal trainer Gaetano Ferri nel luglio 2012.
Lo scorso maggio Fede è stato interrogato dai pm Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia. Un paio di settimane prima la Procura di Monza aveva, infatti, trasmesso a quella di Palermo la registrazione consegnata da Ferri ai magistrati brianzoli. L’audio è molto disturbato. I consulenti, incaricati dai pm palermitani, hanno avuto difficoltà a trascriverla. «C’è stato un momento – avrebbe detto Fede – in cui c’era timore… Che loro hanno messo Mangano attraverso Marcello, la vera storia della vicenda Berlusconi… ».
Altre frasi indecifrabili, quindi le parole «mafia, mafia… soldi, mafia, soldi… Berlusconi. Mangano era in carcere. Mi ricordo che Berlusconi, arrivando, “Hai fatto? ” gli chiese. “Sì, sì… gli ho inviato un messaggio. Gli ho detto a Mangano: sempre pronto per prendere un caffé. Era un messaggio per rassicurare lui su certe cose che non so. E devo dire che questo Mangano è stato un eroe. E’ morto per non parlare». Ferri chiede: «Era Dell’Utri che faceva funzionare questa cosa? ». «Si, sì. Dell’Utri era praticamente quello che investiva… Chi può parlare? Solo Dell’Utri». E ancora: «Guarda a Berlusconi che cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa… Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri? ».
«A Samorì che voleva passare con Berlusconi, io – continua Fede – gli avevo dato un mano… Poi è intervenuto Dell’Utri e gli faccio “rivolgiti a Dell’Utri, ma stai attento perché Dell’Utri è un magna magna”. Mi ha detto Samorì: “Cazzo se non avevi ragione… gli ho chiesto mettimi in lista e sai cosa mi ha chiesto? 10 milioni di euro”. Samorì disse che non un farabutto… peggio». Domanda Ferri: «E quindi Berlusconi è costretto ad averlo questo onorevole? ». «Sì – risponde Fede – per risparmiargli l’arresto, per non farlo arrestare… Devo dire che per me è stato sempre di grande cortesia siciliana. Ho conosciuto segreti di tutti e due. Con i segreti che so non me ne approfitto».
Ai pm Fede ha spiegato che quanto appreso sulle vicende Dell’Utri-Berlusconi-Mangano è solo frutto della sua curiosità giornalistica. Non ne ha mai discusso con il leader di Forza Italia. Ha ricordato un episodio, quando ha ascoltato il Cavaliere che chiedeva all’ex senatore del Pdl «Hai novità?… ricordiamoci della sua famiglia (i congiunti dello “stalliere”, ndr) ». Mangano che, secondo Berlusconi, sarebbe stato «un poveretto che tenevano dentro per fargli parlare male di me». Furono le sole parole carpite da Fede che, avrebbe riferito ai magistrati, decise a quel punto di allontanarsi. Quando i pm lo hanno messo al corrente della registrazione di Ferri, Fede avrebbe commentato: «Lo immaginavo».
«È tutto falso, l’ho già detto ai magistrati e ho denunciato quel truffatore per calunnia, estorsione e minacce gravi», ha replicato ieri lo stesso Fede. «Lui ha manipolato le mie dichiarazioni. È un truffatore, è stato in galera, imbrogliava la gente travestito da rappresentante delle forze dell’ordine. Sono cose che sanno tutti. Quel che fa testo è ciò che io ho sempre detto ai magistrati di Palermo: sapevo che Berlusconi si preoccupava della famiglia di Mangano che veniva tenuto in galera perché rivelasse qualcosa contro il presidente e che aveva chiesto anche a Dell’Utri di occuparsene. Ma sono cose che sanno tutti. Erano scritte sui giornali. Berlusconi diceva che Mangano si stava sacrificando per lui e che bisognava fare qualcosa per la sua famiglia. Queste sono le cose che ho riferito ai magistrati.
Di Dell’Utri non ho mai detto altro e non so nulla di conti esteri». I dialoghi della registrazione, secondo Fede, sono spezzoni manipolati: «Era venuto anche da me a offrirmele. Chiaramente per ricattarmi e credo le abbia offerte anche a quotidiani. Ma io l’ho respinto in modo deciso e lui è arrivato anche a minacciarmi. Tutto il resto sono falsità». Giorgio Petta la sicilia
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