C’è una città che combatte la crisi soddifacendo tutti e cinque i sensi. Una città che usa i fiori per fare city marketing, che apre le porte al mondo. A Noto negli ultimi dieci anni la popolazione è cresciuta del 10%.
«Italiani del Nord e stranieri – spiega il vicesindaco Frankie Terranova – che hanno visitato la città, se ne sono innamorati e hanno deciso di comprare casa».
E l’Infiorata è il grande richiamo. Quest’anno, proprio nell’ottica del city marketing, si apre ad un mercato emergente, quello russo.
«Proprio nello spirito della città che si apre al mondo ospiteremo gli artisti della più importante accademia d’arte di Mosca. Realizzeranno 16 bozzetti di via Nicolaci, ma l’appuntamento più atteso è quello con la mostra di Oleg Supereco l’artista autore degli affreschi della cattedrale di san Nicolò che proporrà oltre 100 tele in un allestimento che resterà fino a settembre. L’idea di fondo è fare conoscere la città nel mondo. Al momento dell’Infiorata seguiranno operazioni di marketing, ma occorre sfruttare l’Infiorata per attivare flussi turistici da un paese che dal punto di vista turistico manifesta sempre maggiore interesse nei confronti dell’italia e della Sicilia in particolare. Una strategia condivisa con gli imprenditori locali che sta dando risultati importanti».
Tanto che da settimane Noto è in overbooking.
«Dal fine settimana di Pasqua le strutture ricettive sono piene con un notevole incrememento rispetto agli anni precedenti. Nonostante il momento economico difficile il turismo a Noto cresce non solo in termini di presenze ma anche nel periodo di permanenza. Non siamo più ai tempi del turismo mordi e fuggi, ma il visitatore resta nella città e nel territorio per periodi più lunghi».
Perché Noto vuol offrire un territorio e non una città.
«Da due anni – dice Terranova – ci muoviamo in sinergia con gli altri comuni del territorio».
A Berlino, alla borsa internazionle del turismo, davanti ad una birra in un pub è stato firmato lo storico accordo di “non belligeranza” con i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Siracusa. Lo stesso è stato fatto con Scicli, Modica e Ragusa.
«I nostri competitor non sono questi – ha detto Terranova -. Siracusa, Modica, Ragusa sono i nostri partner, i competitor sono la Spagna e la Tunisia. impensabile che ad un viaggiatore che si sposta a medio o lungo raggio si offra solo una città. Per questo abbiamo cominciato a dialogare con gli altri comuni. Non siamo così presuntuosi da non comprendere che insieme possiamo offrire un patrimonio ancora più straordinario. Noi intanto ci impegniamo nel fornire servizi all’altezza della richiesta per i turisti e ovviamente per i residenti, vecchi e nuovi». E il vicesindaco lo dice con un piglio orgoglioso.
«In dieci anni 2000 residenti in più. Un migliaio di italiani e un migliaio di stranieri. Tutti visitatori che sono rimasti incantati dal nostro territorio e che hanno deciso di comprare casa. Non solo in centro ma anche nel territorio che ci circonda».
Ma che lingue si parlano a Noto? Soprattutto inglese. Sono arrivati dall’Irlanda e dall’Inghilterra. Interesse adesso c’è da russi e tedeschi.
«Siamo un città multiculturale. Arrivano, rimangono affascinati e decidono di restare. Portano energie nuove, anche dal punto di vista imprenditoriale, siamo davvero una città che si apre al mondo».
Non solo una città cartolina dunque, ma una città affascinante da vivere sempre di più. Una città lungimirante che guarda ai vicini come opportunità e non come competitori. «Perché noi non siamo solo bellezze architettoniche – conclude il vicesindaco di Noto Frankie Terranova -. Non siamo solo palazzi e monumenti. Siamo anche enogastronomia e agricoltura. Siamo profumi e sapori».
Proprio una città che si offre per tutti e cinque i sensi.
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