Oggi, a Palazzo d’Orleans, la conferenza stampa dove Luca Bianchi, assessore all’economia della giunta Crocetta, ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili.
Ecco cosa ha dichiarato il dimissionario Bianchi:
“Sentivo l’esigenza di tracciare una linea di quanto fatto fino ad adesso e di fare un bilancio del lavoro svolto. La riflessione è ampia e parte anche da ciò che è accaduto ieri. Elemento non determinante, ma il segnale che ha portato ieri allo stop improvviso del dl pagamenti è la fotografia plastica di un pantano nel quale siamo da troppo tempo. Non credo si possa disperdere il lavoro fatto, che rivendico come assessore all’Economia di un governo che ha rappresentato in momento di grande discontinuità col passato. Abbiamo fatto un lavoro importante”.
“Quando siamo arrivati c’era un disavanzo enorme, le imprese attendevano pagamenti da quattro anni, il rating era in picchiata, c’era contenziosi miliardari in corso. Noi abbiamo ridotto il disavanzo strutturale di un miliardo. Attraverso un’opera di risanamento vero, magari attraverso meno convegni sulla spending review e tramite interventi veri. In questa regione abbiamo operato un taglio di circa un miliardo di spesa, senza toccare i finanziamenti sul sociale e tagliando sugli sprechi. Abbiamo ridotto del 45% le spese di funzionamento, abbiamo risparmiato sui Forestali, abbiamo abolito la Tabella H”.
“Siamo intervenuti rendendo più efficace sia l’Irfis che Riscossione Sicilia. La credibilità che abbiamo sul piano nazionale e internazionale è cresciuta. Abbiamo per due volte mantenuto il rating che era sceso per tre volte. E abbiamo trasformato l’outlook da negativo a stabile”.
“Poi si è rotto qualcosa. Il clima complessivo ha messo in seria discussione il lavoro fatto. Penso anche all’ultima finanziaria, che rivendico. Quella impugnativa è molto contraddittoria e ci costringe a una manovra correttiva difficile. Abbiamo liberato 300 milioni per far fronte alle spese più urgenti. Ma devo dire che troppi hanno gioito, in maniera irresponsabile, per quella impugnativa. Quello è stato un punto di rottura di un percorso. Poi, è arrivato il dl pagamenti”.
“Il dl pagamenti non prevedeva nuove tasse. E questo è stato possibile proprio grazie alla forza che avevamo sui tavoli romani. Quel mutuo sarebbe stato pagato con i risparmi della Sanità. E dal 2016 avremmo potuto ridurre le addizionali Irpef e Irap. Non si è voluto comprendere il sistema da noi scelto. Noi avremmo ipotecato solo un sesto della riduzione dell’Irap. Si è invece portata avanti una battaglia demagogica. Adesso la bocciatura del dl pagamenti colpirà tutti i siciliani. Quello era un intervento che avrebbe favorito i pagamenti della pubblica amministrazione. Adesso dovremo pagare interessi di mora pari all’8%, invece del 2,8% previsto. A questo si aggiungono le sanzioni che arriveranno dall’Europa. E che possono arrivare anche al blocco delle assunzioni, mettendo a rischio anche le stabilizzazioni dei precari. Infine, il venir meno dell’anticipazione a Riscossione Sicilia di 40 milioni, mette a rischio questa società, adesso a rischio chiusura”.
“Non eravamo sull’orlo del baratro, ma ben oltre. Adesso non penso che i tempi della politica siano compatibili con le azioni che questa amministrazione deve portare avantI. Siccome pensi che il governo Crocetta sia una grade occasione per a Sicilia, una grande momento di svolta. Io mi fermo qui. Nessuno è indispensabile. Non lascio la Sicilia. Non voglio che la mia fuoriuscita sia legata a un biglietto staccato verso altre destinazioni. Il problema non è mai stato quello di cercarmi un paracadute. Non tratto e non ho chiesto alcuna via d’uscita. Torno a fare il mio lavoro. Spero di avere compiuto un servizio a questa Regione e ringrazio il presidente della Regione, che ha una capacità di rompere il sistema pari a nessun altro”.
“Ringrazio il presidente della Regione e tutti gli assessori, che componevano una squadra che non portava interessi propri. Ringrazio tutti i deputati e i componenti della maggioranza all’Ars. Soprattutto i capigruppo, con i quali abbiamo lavorato bene e che non mi hanno fatto mancare l’appoggio, mentre il mio’ partito mi ha sostenuto in maniera intermittente. Questo è un momento doloroso per me. Ma spero che possa rilanciare l’azione di questo governo. Non ho ancora formalizzato le mie dimissioni, ma sono irrevocabili”.
“Il Pd ha commesso dei grossi errori. A cominciare da quello di ieri. Tralasciare un fatto importante come il dl pagamenti per le legittime rivendicazioni di rimpasto è un grosso errore. Raciti? Non c’è stato il tempo di approfondire il rapporto”.
“Le critiche di Confindustria? Non penso fossero indirizzate a me. Credo ci sia stata una superficiale lettura del provvedimento. Dobbiamo ricostruire un rapporto vero con le imprese ed essere più vicini al territorio”.
Sempre più in salita la strada del governatore Rosario Crocetta, aspettando il rimpasto, con il gioco delle candidature alle elezioni europee da ufficializzare entro il 15 aprile, oggi perde un altro pezzo.
E la Sicilia perde altro tempo!