Il Simeto è il principale fiume della Sicilia. Nasce a circa 10 km a nord-ovest di Bronte, dall’unione del fiume di Cutò, il fiume del Martello e il fiume della Saracena, tutti sgorganti dalle pendici dei monti Nebrodi. Subito dopo essere transitato sotto il Ponte della Cantera, il Simeto riceve il primo notevole affluente da destra: il Troina.
Da qui il fiume assume direzione verso Sud, incassandosi in uno spettacolare tratto ingolato costituito da materiale lavico proveniente dalle eruzioni dell’Etna. Il grande vulcano è infatti vicinissimo, in quanto lo stesso fiume ne lambisce tutta la parte ovest della sua base.
Giunto nei pressi di Adrano, il Simeto scorre fungendo da confine tra le province di Catania e Enna ricevendo da destra uno dei suoi principali affluenti: il fiume Salso, da alcuni considerato come uno dei suoi maggiori rami sorgentizi. Da questa confluenza il fiume prosegue puntando leggermente verso Sud-Est, allargando il proprio letto in ampio greto ciottoloso e lambendo il territorio comunale di Paternò. Giunto in località la Rotondella, il fiume viene scavalcato dall’Autostrada A19 ed entra nell’ampia Piana di Catania scorrendo con andamento lento e sinuoso. Qui riceve da destra rispettivamente a 8 km e a 2 km dalla foce gli ultimi 2 importanti affluenti del suo bacino: il Dittaino e il Gornalunga dopodiché sfocia nel Mar Ionio, a sud dell’area metropolitana di Catania. Il corso e il regime idrico del fiume sono stati, in particolare negli ultimi 40 anni, oggetto di interventi di cementificazione di tratti del suo letto, di correzioni del corso, di tentativi di costruzione di dighe poi interrotti, di prelievo forsennato delle sue acque, di scarico di sostanze tossiche e organiche.
La valle del Simeto fu abitata in epoca preistorica e fu sede, assieme alle colline prospicienti la Piana di Catania, dei più importanti insediamenti siculi. Non può così mancare un tour archeologico di tipo culturale partendo dal Museo di Adrano per irradiarsi al territorio circostante comprendendo la città dionigiana, l’area del Mendolito e la necropoli di Lardichella. Al patrimonio monumentale di epoca medievale e moderna appartengono l’epigrafe delle Favare, i ponti che costellano il corso del fiume e la chiesa di Santa Domenica.
Il turismo naturalistico permette escursioni e passeggiate. Negli itinerari vengono individuate le emergenze architettoniche di tipo rurale: le masserie, polo di aggregazione di piccole comunità o abbandonate quando, nel tempo, sono venute meno le condizioni economiche e socioculturali che le avevano realizzate. All’interno di aree omogenee vengono distinte le strade di collegamento primario e secondario, e i percorsi interni di tipo naturalistico e costituiscono itinerari suggestivi.
Si può fare anche turismo sportivo e il mezzo più adatto ai percorsi è senz’altro la mountain bike, in quanto essi sono costituiti da continui saliscendi che permettono il recupero; ciascuna delle aree omogenee individuata presenta uno o più sentieri natura, essi si prestano pure facilmente agli spostamenti con moto od auto da fuoristrada, alcuni tragitti che si trovano sulle opposte rive del fiume possono in certi periodi dell’anno essere collegati guadando in precisi punti il fiume.
lasicilia
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi