Recensione Donkey Kong Country Tropical Freeze: Il Re della Giungla è tornato!

Recensione Donkey Kong Country Tropical Freeze: Il Re della Giungla è tornato!

E’ un fatto: esistono opere che rimarranno per sempre incastonate come pietre miliari nella storia dell’arte per qualità, tecnica o inventiva, opere che se pur splendide e magnifiche, riusciranno da sole a difendersi dagli attacchi oltraggiosi di plagio da parte di mediocri imitazioni.

Nintendo_donkey_kong_country_tropical_freezeUn artista trasferisce mille sensazioni, mille emozioni e mille aspettative all’interno della sua opera, cercando di tramandare ai posteri un infinitesimale parte del proprio genio ed è grazie a persone come Leonardo, Picasso o Michelangelo che noi oggi abbiamo la possibilità e l’onore di poter mirare creazioni dalla qualità sublime.

Ma arte è, come si suol dire, un concetto molto, forse troppo, astratto e ramificato, cosicché oggi possiamo “godere” di forme artisticamente eccelse di qualsiasi pensiero umano e per noi poveri mortali, fruitori di cotanta bellezza, non resta che ammirare tutto ciò con sommo rispetto, senza proferir parola e d’altronde, nel mio piccolo, posso soltanto occuparmi di un gioioso, ma insignificante seppur abnorme settore: i videogame.

Spesso bistrattati e ridotti alla mercé di mero intrattenimento, nel corso degli ultimi 20 anni, abbiamo potuto “giocare” a titoli dalla qualità eccelsa, capaci di intrattenere più di mille film messi assieme.

Così, oggi possiamo ancora osservare saghe come Super Mario, Zelda, Uncharted o Mass Effect o titoli del calibro di The Last of Us, capaci da soli di generare una serie sterminata di emozioni agli antipodi l’una dell’altra, ma spesso e volentieri fuori dagli schemi che ormai ci vengono imposti da TV e Cinema.

Oggi, vi voglio parlare di un’emozione specifica, una citazione, un elogio al “videogiocare” in sé, senza troppi patemi né problemi, capace da sola di rendere la vostra grigia giornata migliore e più luminosa; presente in svariati titoli Nintendo (sarà forse questo uno dei motivi principali per i quali in molti adorano i lavori della casa di Kyoto?) la spensieratezza e la purezza di determinati giochi ha fatto scuola, regnando momenti unici in un panorama videoludico ormai stantio, colmo di proiettili ed esplosioni, con qualche mina vagante eccezione che conferma la regola: oggi vi parlerò di Donkey Kong, in particolare della sua ultima incarnazione, ovvero Donkey Kong Country Tropical Freeze per WiiU.

Per i pochi al mondo che non conoscessero la famosa serie, Donkey Kong rappresenta l’incarnazione del più classico gioco a piattaforme (platform), arricchito da elementi di gameplay perfetti, precisi e tremendamente difficili. In un momento storico in cui la difficoltà all’interno della stramaggioranza dei titoli in uscita risulta tarato verso il basso, Donkey Kong, viene evocato come una manna dal cielo, fornendo al fortunato quanto talentuoso e reattivo giocatore capace di ultimarlo (recuperando molti o tutti i segreti) un’aura di invincibilità pari a quella del Super Sayan di 4 livello.

Ma con voi oggi vorrei approfondire l’idea, il concept dietro ad un opera così maestosa: il level design. In pochi ormai si preoccupano del lato artistico di un videogames, in quanto il simbolo di questa nuova (e in parte di quella vecchia) Generazione di videogiocatori risulta essere il “foto realismo”, ovvero, la riproduzione quasi maniacale della realtà concependo un comparto estetico quanto più qualitativamente perfetto e coinvolgente, tralasciando però, per forza di cose, il messaggio o l’idea che gli artisti al lavoro su quel titolo vogliono trasmettere al fruitore.

Donkey Kong, si piazza proprio lì, tra quegli esponenti per cui ogni dettaglio, ogni elemento, ogni fattore risulta primario, vivo e pulsante come non mai. Non di rado infatti sarete tentati di appoggiare il paddone sul tavolo e nel fermarvi ad ammirare la vitale essenza di ogni elemento di Design con la D maiuscola. E’ sempre stato così, sin dal primo Donkey Kong Country (ovviamente mi riferisco all’epoca del famoso Super Nintendo, prima macchina capace di generare una capacità di calcolo utile a tale scopo) nel ormai giurassico 1994 e sempre lo sarà. Perché? Perché estirpare un’idea dalla mente di un uomo, risulta essere più arduo di quanto si credi.

Così, sin da quel capostipite (pur non essendo il primo titolo in assoluto dedicato allo scimmione), “qualità” ha rappresentato la parola d’ordine in tutte le opere Nintendiane relative al simpatico primate e l’ultima incarnazione del brand risulta essere a dir poco magnifica. E’ vero, la struttura di base è praticamente identica al precedente Donkey Kong Returns uscito su Wii ormai 5 anni fa, ma d’altronde, se hai già creato il platform 2d “per eccellenza”, innovativo sotto tutti i punti di vista, perfetto in ogni dettaglio, da meritare una media voti del 9.5, superare cotanta magnificenza potrebbe essere leggermente difficile, se non impossibile, almeno in un così breve lasso di tempo.

Così cosa fanno i ragazzi di Retro Studios?

Ripropongono la stessa formula, migliorandone i dettagli, i piccoli aspetti enfatizzandone degli altri, regalando, a modo loro, la migliore esperienza videoludica a piattaforme di tutti i tempi.

Certo, alcuni li hanno accusati di immobilismo, di non aver voluto innovare o di non aver voluto osare oltre e in molti altri casi avrei anche io detto la medesima cosa, ma non qui, non qui. Perché? Semplice, Donkey Kong Tropical Freeze, è difficile, splendido da vedere, perfetto e minuzioso nel gameplay, meraviglioso da sentire e sopratutto, cosa assolutamente da non sottovalutare, è del tutto “rigiocabile”, da solo o in compagnia. Infatti, mille segreti, lettere e pezzi di puzzle vi accompagneranno per tantissime ore di gioco (dipenderà molto dalla vostra bravura con questo genere di giochi) e curiosità nel scoprire quale trovata, quale ambientazione e sopratutto, le ubicazioni di tutti questi “secrets” diventeranno per voi una vera e propria missione di vita, alla ricerca della soddisfazione suprema. Se poi sommate il tutto a tantissimi livelli e alle classifiche on line, il gioco è fatto. Donkey Kong Tropical Freeze,vi permetterà di saltellare tra savane, foreste tropicali, ghiacciai eterni, volteggiare tra le nuvole e immergervi negli abissi più profondi, controllare l’ormai celeberrima famiglia Kong, capitanata dal buon Donkey e che vede protagonisti Diddy, Dixie (ritorno molto gradevole, l’ultima sua comparsa risaliva all’indimenticabile Country 3) e il vecchio Cranky (capostipite e vera new entry assoluta), ciascuno con abilità peculiari e specifiche, utili a superare un determinato ostacolo piuttosto che un’altro. Ho trovato i personaggi molto ben bilanciati pur trovando Dixie (a causa dei suoi bei lunghi capelli biondi) in leggero vantaggio rispetto al resto della famiglia, dunque sì, provateli tutti, è questa l’idea dei disegnatori, ovvero permettervi di rigiocare ogni livello utilizzando lo stile che più vi aggrada o facilita, dipende solo da voi.

Concludendo, tralasciando la critica relativa ad un mancato rinnovamento della serie (cosa che, con tutta probabilità avverrà col prossimo titolo, quasi certamente del tutto in 3d in pieno stile Super Mario 3d World), il gioco mi pare essere il degno successore del perfetto Returns, stimolante e divertente come non mai, Donkey Kong Tropical Freeze è la perfetta incarnazione dello spirito Nintendo. 

Il Re della Giungla è tornato! Correte ad acquistare WiiU!

 

Vi lascio all’ultimo trailer tratto da Nintendo Direct.

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