Anche il 2014 sembra un anno che vedrà la più grande delle Pelagie al centro del mondo: è diventata ufficiale, infatti, la sua candidatura al Nobel per la pace. La candidatura, è stata presentata lo scorso gennaio da una scrittrice norvegese, Elisabeth Eide, professoressa di Scienze sociali all’università di Oslo e Akershus.
«Il Premio potrebbe anche contribuire a fermare lo scandaloso traffico da cui ricavano profitto tutti coloro che mandano altri esseri umani su imbarcazioni miserabili, in molti casi condannandoli a morte certa»: questo uno dei passaggi saliente che Elisabeth Eide ha scritto nella lettera con la quale è stata formalizzata la candidatura di Lampedusa.
Ma ad avallare la candidatura al Nobel hanno contribuito in tanti e non solo italiani. Artisti, cantanti, attori, poeti, giornalisti, uomini religiosi e politici di ogni rango, ma anche associazioni umanitarie e persino gli industriali più importanti hanno aderito e condiviso la proposta. L’assegnazione del premio si svolgerà il 10 dicembre prossimo, dopo che il comitato per il Nobel – composto da cinque personalità norvegesi nominate dal Parlamento – avrà vagliato le candidature giudicando i vincitori.
«Lampedusa non è una periferia dell’Europa, ma è il cuore del nostro continente – ha commentato il presidente del Consiglio, Enrico Letta -. La candidatura al Nobel di Lampedusa è un messaggio di speranza per i diritti umani e per la legalità nel Mediterraneo e per questo devono mobilitare tutta l’Italia e tutti i Paesi Ue. Il premio sarebbe il riconoscimento a una comunità che insegna a tutto il mondo la globalizzazione della solidarietà e per cercare di trovare una soluzione a uno dei fatti più tragici della nostra penisola».
Sull’isola intanto, l’ammissione alla candidatura è stata presa con molto orgoglio. Il premio purtroppo non può essere conferito agli abitanti di un paese o ai pofughi che lo raggiungono ed è per questa ragione che è stato deciso di proporre il Comune di Lampedusa che istituzionalmente rappresenta gli isolani.
La possibilità che Lampedusa potesse essere proposta per il Nobel ha avuto inizio nel 2011, quando Lampedusa fu invasa da migliaia di migranti tunisini per oltre tre mesi. Fu in quei momenti tragici che in tanti iniziarono a parlare di una candidatura al Nobel per la pace della più grande delle Pelagie. A luglio dello scorso anno e con l’arrivo sull’isola di Papa Francesco, il quotidiano di ispirazione cattolica “Avvenire” ha lanciato ufficialmente la proposta di candidatura e da quel momento in poi è stato un sequel di adesioni. Lampedusa è stata anche sotto i riflettori internazionali grazie all’impegno di Claudio Baglioni che per 10 anni vi ha organizzato il festival O’ Scià, che ha portato sull’isola centinaia di artisti da tutto il mondo, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema della emergenza immigrazione e nel contempo, esprimere solidarietà agli abitanti.
«Siamo onorati ed increduli. – ha detto Angelo Mandracchia, presidente dell’associazione di imprenditori e commercianti dell’isola -. Negli anni noi isolani abbiamo sofferto e cercato di dare il massimo, per migliorare le condizioni di vita di quanti sono arrivati sull’isola a bordo di vecchie imbarcazioni. Spero che nel tempo si riesca anche a fare in modo che le tragedie come quelle del mese di ottobre dello scorso anno non si verifichino più e per questo serve che la classe politica si attivi seriamente interagendo con gli Stati rivieraschi».
Le vittime negli ultimi 20 anni sono veramente tante: si parla di oltre ventimila vittime e, di queste, oltre 700 sono decedute nel 2013. La candidatura al premio Nobel è certamente dedicata anche a loro, a quelli che non sono riusciti ad arrivare e a quelli che ce l’hanno fatta e oggi stanno lavorando in tutta Europa.
«Sono tutti segnali che devono farci riflettere – ha detto Arnoldo Mosca Mondadori, fautore e ideatore che ha portato a Lampedusa il monumento la porta d’Europa -. Lampedusa è al centro del mondo in questo momento perché è una delle valvole di sfogo più importanti e che riguarda migliaia di persone. Anche la candidatura di Lampedusa al Nobel per la pace è un messaggio profondo che chi è al di sopra di noi ci sta dando, affinché si rifletta e si prendano delle giuste decisioni».
Elio Desiderio La Sicilia
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