Colpa di fai-da-te e falsi esperti. «Salute a rischio».
Lo specialista: «No al cibo-spazzatura e alla sedentarietà. Sì alle fibre».
C’è chi si abbuffa e poi digiuna. Chi rinuncia al pane preferendo crackers e grissini molto più ingrassanti. Chi prende intrugli alle erbe e beveroni che possono essere dannosi. Chi si rimpinza di uova e ingurgita overdosi di proteine. Chi si affida solo ai liquidi e chi ai miracoli.
«Pigri e creduloni», come li fotografano gli esperti, gli italiani vogliono essere magri anche mettendo a rischio la salute, seguendo qualsiasi guru improvvisato e le bufale che impazzano sul web, senza consapevolezza né buonsenso.
Vittime di affaristi e imbonitori o peggio delle multinazionali dei consumi che impongono sulle nostre tavole cibi di scarsa qualità.
Cinque italiani su 10 sbagliano la dieta fidandosi del proprio intuito o dei falsi, falsissimi, esperti della linea che propinano metodi poco scientifici, lanciano l’allarme gli esperti dell’Associazione nazionale dietisti (Andid). Oggi in tutta Italia è infatti la Giornata della buona alimentazione e per l’occasione gli specialisti mettono in guardia dalle diete fai-da-te.
«Sovrappeso e obesità riguardano ormai il 40% della popolazione e rappresentano un bisogno altissimo di seria cultura nutrizionale di cui c’è grande carenza anche per il numero ristretto di unità cliniche», spiega il dott. Francesco Leonardi, segretario nazionale FeSIN (Federazione delle Società Italiane di Nutrizione) ed ex direttore (ora in pensione) dell’Unità operativa di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale “Cannizzaro” di Catania. «Siamo nel far west. C’è in vendita la salute ed è un business enorme». L’affare colossale è quello che fa scivolare sull’orlo di una crisi di nervi donne, uomini e pure i bambini che non entrano più nei propri abiti. Siamo diventati un Paese in sovrappeso, spesso ai confini dell’obesità. E siamo bombardati da diete di ogni tipo. «Per questo bisogna diffidare di chi promette miracoli ed è importante rivolgersi ai medici specialistici. Se ho bisogno del ginecologo, non vado dall’oculista. Lo stesso deve avvenire per il dimagrimento: rivolgersi sempre agli specialisti in Scienze dell’alimentazione».
Nella patria del buon cibo e dell’arte della cucina non sappiamo più mangiare? «Trenta milioni di persone ormai mangiano fuori casa, si è persa l’abitudine di cucinare e mangiare a tavola. Consumi e sedentarietà, mancanza di informazioni corrette stanno rendendo difficile l’alimentazione di genitori e ragazzi. La dieta mediterranea, con cereali, legumi, verdura e frutta, è un ricordo del passato, spazzata via dal cibo-spazzatura, una alimentazione con cibi troppo raffinati, povera di carboidrati e fibre e micronutrienti antiossidanti, ad esempio quelli contenuti nelle arance rosse. Viviamo in una società globalizzata con cibi già pronti, troppo salati o troppo dolci, cibi industriali, complessi, raffinati e grassi».
Molte diete riducono al minimo i carboidrati. «I carboidrati si devono mangiare perché sono il nostro carburante, la nostra energia. Naturalmente in giusta quantità e di qualità, ricchi in fibra alimentare naturale. Invece, quelli che consumiamo spesso hanno amidi e zuccheri raffinati. E’ importante consumare fibre naturali, frutta e verdura, non integratori. Il cibo deve essere un piacere. E poi bisogna muoversi, non stare sempre seduti in auto o in ufficio. Essere più attivi nella vita quotidiana, camminare, usare le scale, parcheggiare lontano, andare a ballare ogni tanto».
C’è sempre una dieta nuova da seguire che impazza sui giornali o in tv. «No alle diete drastiche e sbilanciate, danno risultati nell’immediato ma effimeri nel medio e lungo termine e possono essere dannose perché inducono l’organismo a uno sforzo enorme». E poi, sottolinea, sbagliando diete si rischia «di essere frustrati. C’è un problema emotivo, psicologico, nel non riuscire a perdere peso, ci si sente in colpa e incapaci. Bisogna conquistare una cultura alimentare e cambiare stile di vita».
Per Leonardi basterebbe seguire semplici regole: «Variare sempre il cibo che è un nostro prezioso alleato»; essere «consumatori consapevoli», quindi «leggere sempre le etichette»; fare «attività fisica» e in caso di sovrappeso e obesità affidarsi sempre agli specialisti, «agli specialisti in Scienza dell’alimentazione e non a chi si improvvisa».
«Il 70% delle ragazze è a dieta – ricordano gli esperti Andid – ma non sempre la segue in modo corretto rischiando di trasformare un leggero sovrappeso in livelli di peso più gravi e contribuendo a incrementare i casi di sovrappeso e obesità che costano 11 miliardi di euro l’anno allo Stato».
Anche per questo è nata la Giornata nazionale della buona alimentazione che quest’anno coinvolgerà per un’intera settimana, fino al 18 ottobre, gli studi di tutti i dietisti dell’Andid.
Per l’occasione sarà diffuso il volantino “Al di la del piatto”, un importante decalogo per una corretta alimentazione e un pieghevole con una serie di informazioni su come evitare di finire nella trappola dei finti esperti. «Solo il dietista laureato e il medico specializzato in nutrizione, possono elaborare diete. Mentre la prescrizione resta di competenza esclusivamente del medico», ricorda l’Andid.
«Il problema – spiega Giovanna Cecchetto, presidente Andid – è che si punta sempre al risultato immediato. Al contrario di quanto si pensa, invece, una dieta che funziona non deve essere rigida e austera, ma sostenibile e piacevole attenta anche al lato emotivo e alla gratificazione. Il fenomeno del “dieting”, ovvero perdere peso con un regime alimentare restrittivo, è causa di un comportamento esattamente opposto: il fisico si adatta alla eccessiva condizione di ristrettezza bruciando meno calorie e non si arriva mai al risultato desiderato».
Secondo i dietisti oggi è sempre più difficile per le persone saper affrontare e gestire la propria alimentazione e quella delal famiglia, soprattutto dei figli. «Non ci si sa più orientare davanti alle innumerevoli diete, più o meno miracolose e spesso pericolose, e di fronte al cibo spazzatura molto pubblicizzato, appetibile e a buon mercato, che prende il posto di alimenti sani e necessari per il benessere e la salute».
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