Su 2 miliardi di Poin e Pain per il Sud, 400 milioni erano destinati all’Isola, con corsia privilegiata per i siti Unesco. Esposto dell’ex presidente della Provincia di Siracusa, Bono, a Procura e Corte dei conti.
Ma che fine hanno fatto tutti quei soldi?
C’erano una volta due miliardi di euro. Un “tesoretto” racchiuso in due scatole dai nomi astrusi: Poin (Programma operativo interregionale) e Pain (Programma attuativo interregionale).
Due canali di finanziamento europeo, rispettivamente con un miliardo e cinquanta milioni destinati esclusivamente alle regioni-convergenza (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia), e altri 950 milioni allargati, oltre a queste quattro aree, anche a Sardegna, Abruzzo, Molise e Basilicata, uscite da Obiettivo 1.
Di questi soldi almeno 400 milioni erano destinati alla Sicilia, nei due progetti che l’Unione europea aveva costruito ad hoc proprio per favorire investimenti che diventassero «attrattori culturali per le aree a maggiore vocazione in questo settore», e quindi con un canale privilegiato per i siti Unesco.
Che fine hanno fatto quei soldi?
Uno dei più ostinati rivendicatori è l’ex presidente della (quasi ex) Provincia di Siracusa, Nicola Bono, anche nella veste di presidente dell’Associazione Province Unesco Sud Italia. Che, alla fine della battaglia, quasi del tutto persa, ha deciso di rivolgersi alla magistratura e alla Corte dei Conti, «affinché si indaghi per individuare i responsabili che si sono resi colpevoli di tale scempio che ha negato il futuro a centinaia di migliaia di cittadini e giovani, figli del Sud, che ancora una volta sono stati traditi e sia fatta finalmente chiarezza sull’endemica incapacità di utilizzo del fondi Ue da parte del nostro Paese».
Sotto accusa soprattutto i Poin Cultura e Turismo, «una vera e propria orgia di disimpegni per mancata spesa, progetti di sponda e ricorso a usi impropri, che hanno fatto strame delle ingenti risorse europee, senza creare un solo posto di lavoro. Se si pensa poi che addirittura ben 200 milioni di euro sono stati indirizzati a finanziare interventi per l’assistenza di anziani non autosufficienti, si ha chiaro che siamo davanti a un vero scandalo».
E allora le risorse destinate alla Sicilia sono finite nel cassonetto della “raccolta differenziata” dei fondi europei? «Fin quando ero vicepresidente della commissione sui fondi Ue all’Ars – ricorda il deputato regionale del Pd, Bruno Marziano – quei soldi c’erano, poi è subentrata la rinegoziazione del governo Crocetta». Ma Marziano adesso mette in guardia da «chi, come gli enti locali, spara nel mucchio contro un’indifferenziata “Regione”, senza ammettere le proprie responsabilità nel flop Unesco». Non abbiamo sciolto il dubbio di partenza. Vincenzo Falgares, appena nominato dirigente generale del Dipartimento Programmazione della Regione, via sms ci dà un indizio in più: «Già prima del mio arrivo la competenza anche di coordinamento era transitata ai Beni culturali».
E quindi arriviamo (quasi) a destinazione. Perché l’assessore regionale Mariarita Sgarlata ci assicura che «abbiamo recuperato 130 milioni di Poin, grazie al protocollo d’intesa siglato a maggio con il ministro della Coesione territoriale, Carlo Trigilia». I fondi “ripescati” saranno utilizzati per «realizzare, d’intesa con il ministero dei Beni culturali, poli musaeali a Palermo, Trapani e Siracusa, oltre che di altri siti siciliani». Sgarlata ricorda di «aver trovato, giacenti nei cassetti, progetti cantierabili per circa 98 milioni, al vaglio dei miei dirigenti». Adesso, ricorda l’assessore, «non c’è nemmeno un minuto da perdere perché dobbiamo fare i bandi entro l’estate per espletare le gare e impegnare le risorse prima del 31 dicembre di quest’anno, per poi certificare la spesa entro il 2015».
Ma, non per essere pignoli, all’appello mancano altri 270 milioni: quelli del Pain. All’assessore non risultano più nella disponibilità dei Beni culturali, ma – di sabato pomeriggio – è difficile avere la conferma definitiva dal dirigente generale Sergio Gelardi, irraggiungibile al telefonino, così come Francesco Giordano, dirigente del Servizio “Rapporti con le Istituzioni comunitarie e internazionali” dell’assessorato. E, alle 23 di ieri sera, dobbiamo metterci un punto.
Limitandoci a estorcere una «notizia da confermare» a Maria Pia Bottino, gentilissima componente della segreteria tecnica dell’assessore Sgarlata, che l’ha chiamata dalla Presidenza della Regione dove era responsabile del servizio che si occupa di fondi e programmi di spesa. «A me questi 270 milioni di euro di Pain – dice Bottino – non risultano in capo al nostro dipartimento, probabilmente sono andati persi in precedenza. Ma possiamo sentirci lunedì per la conferma? ». Sì, magari. Così avremo un’altra notte per dormirci su. Sperando che quei soldi la Sicilia non li abbia persi per sempre. Mario Barresi
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