Renzi: «Se si fanno regole per fregare i candidati allora io resterò a Firenze»
Per sostenere il candidati al ballottaggio in Sicilia sbarcano i vertici del Pd. Oggi è atteso l’arrivo di Matteo Renzi che farà rotta, nell’ordine, su Modica, Comiso, Siracusa e, infine, Messina per chiudere la campagna elettorale del candidato sindaco del centrosinistra, Calabrò.
Qui, però, non l’attende un’accoglienza calorosa, almeno da parte dei suoi che da mesi sono ai ferri corti con la dirigenza provinciale del partito.
I renziani messinesi, Russo e Quero, si sono anche candidati alla presidenza di alcune circoscrizioni con delle liste civiche contro il Pd e in alleanza con le liste dell’altro candidato sindaco del ballottaggio, Accorinti.
In una conferenza stampa ieri hanno chiesto al loro capo di non andare a Messina, in quanto esclusi da tutte le scelte del Pd nel quale hanno deciso comunque di restare.
Per il momento le tappe del giro sono confermate. Renzi continua a far parlare di sé a Roma con un’altra incursione nel dibattito sulle regole delle primarie e sulle modifiche dello statuto: «Se il Pd pensa solo a non far partecipare alle primarie le persone, se l’obiettivo del gruppo dirigente è “come ti frego il candidato”, ho una buona notizia per loro: se vogliono fare le regole loro, io resto a Firenze tranquillo», insiste Renzi confermando che scioglierà la riserva sulla sua candidatura alle primarie «appena decidono le regole loro, perché l’altra volta ho deciso e hanno cambiato le regole. Stavolta non passo da fesso. Sarebbe assurdo – continua – se il Pd stringesse la partecipazione delle primarie, spero nella partecipazione più ampia possibile».
La questione delle regole è centrale anche riguardo al congresso. «Chiedo solo che non si cambino per una misura elementare di serietà. Allora, cosa l’abbiamo fatta a fare la commissione congresso? Credo che siamo tutti d’accordo che le regole vanno discusse», replica Zoggia, responsabile organizzazione del Pd. E aggiunge: «Quando abbiamo fatto la prima riunione della commissione, lunedì scorso, c’è stata condivisione da parte di tutti sulle proposte avanzate da Epifani. Partiamo da lì». Epifani, da una parte, è andato incontro alle richieste di Renzi e ha assicurato che non ci sarà alcuno slittamento delle assise; dall’altra, si è detto a favore della modifica dello statuto per separare la figura del candidato premier da quella del segretario e sull’albo degli elettori.
Le perplessità, tuttavia, ci sono. Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, teme che le due figure, qualora non avessero lo stesso orientamento, possano finire per delegittimarsi reciprocamente. E sulle primarie l’ex-segretario del Pd, Bersani, sbotta: «Saranno aperte? Mi sono anche stufato. Nessuno è più aperto di me e poi le iscrizioni si sono fatte anche l’altra volta».
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