La notizia che tra poco meno di 10 giorni gli organi elettivi della Provincia regionale di Agrigento si potranno ritenere “estinti”, è occasione per ripercorrere analiticamente la “grande corsa al rimpasto” messa in atto in questi anni dal presidente Eugenio D’Orsi.
Partiamo innanzitutto dalla domanda delle domande: quanti sono stati i componenti della Giunta nominati in cinque anni?
Se consideriamo i singoli soggetti, sono 49 le persone che hanno ricevuto un incarico da assessore. Se invece dobbiamo contare i singoli decreti di nomina, il numero sale fino a 57. Già, perché alcuni assessori in questi anni sono più volte stati “azzerati” e poi ri nominati, e siccome la determina presidenziale viene ogni volta fatta al singolo individuo, è probabile che la seconda stima sia la più esatta. E pensare che D’Orsi, in diverse occasioni pubbliche aveva sostenuto, durante la conferenza stampa di fine mandato del 3 maggio scorso, che il numero degli assessori era ben al di sotto dei 50 e che lui stesso avrebbe provveduto a comunicare un elenco dei nominati degli ultimi 5 anni. Elenco che, ad un mese da quell’annuncio il presidente non ha mai prodotto e che noi ci siamo procurati attraverso una formale richiesta di accesso agli atti.
Ma andiamo con ordine. Il presidente viene eletto il 15 e 16 giugno del 2008 da una maggioranza di centro destra che contava tra gli altri Udc, Mpa e Pdl. Dal giorno in cui venne sollevato in trionfo dai suoi sostenitori passano più di due mesi prima che arrivi la prima Giunta. Ritardi dovuti ai partiti nella designazione dei propri rappresentanti. D’Orsi allora compone la sua prima squadra il 29 agosto del 2008. I prescelti sono Carmelo Pace, Luigi Argento, Giovanni Barbera, Giuseppe Arnone, Mariano Ragusa, Sergio Indelicato, Stefano Castellino, Gaetano Cani e Giuseppe Ciulla. Si aggiungevano anche i nomi “provvisori” di Luigi Gentile, che si dimette il 3 settembre in favore di Luca Cristian Salvato, Nino Bosco, che abbandona il 10 settembre in favore di Settimio Cantone e Vincenzo Giambrone, che lascia il 23 ottobre facendo posto a Piero Macedonio.
Inizia così la fase di “stabilità” più lunga conosciuta dalla Giunta provinciale, che rimane invariata fino al 7 giugno 2010, quando si dimettono Carmelo Pace e Giuseppe Ciulla. Il 29 dello stesso mese vengono revocati gli incarichi a tutti i componenti della squadra. Ci vorranno poi due mesi – siamo ad agosto – prima che una nuova formazione – sempre Mpa, Pdl e Udc – veda la luce. Il 4 di quel mese D’Orsi con apposita determina presidenziale nomina, o rinomina, Mariano Ragusa, Antonio Limblici, Gaetano Cani, Domenico Lombardo, Domenico Contino, Luca Salvato, Stefano Castellino e Settimio Cantone. Quest’ultimo, tuttavia, in polemica politica con il presidente (era stato individuato come componente in quota Udc, pur essendo del Pdl, per placare lo “Scudo crociato”) si dimette il giorno successivo. Al suo posto D’Orsi nomina Salvatore Tuzzolino e, il 23 di agosto, aggiunge Angelo Biondi e Sergio Indelicato.
Arriva dicembre ed è tempo di un nuovo rimpasto. Tutti gli assessori, il 21 del mese, misteriosamente decidono di dimettersi. Ripartono le trattative, adesso la base si è allargata: il presidente, in ossequio ai voleri di Lombardo rompe con il Pdl e deve far convivere sotto lo stesso tetto Mpa, Udc, Forza del Sud, Fli e Pd. Passano i mesi e il 5 febbraio arriva il “D’Orsi ter” con una Giunta definita tecnica ma che, alla fine, si rivelò solamente a tempo. Un modo per attendere le mosse dei partiti. In squadra furono nominati Katea Ferrara, Paolo Felice, Tullio Lanza, Giuseppe Pasciuta, Calogero Crapanzano, Domenico Alaimo, Nicolina Marchese e Calogero Volpe. Diciassette giorni dopo il numero degli assessori sale a 10 con l’ingresso di Maria Teresa La Marca e Felice Lo Faso, del Pd, e, il 5 aprile fa il suo ritorno Mariano Ragusa. Il 15 aprile Giuseppe Pasciuta e Tullio Lanza si dimettono e ritorna Angelo Biondi, mentre, il 28 aprile, il passaggio di consegne avviene tra fratelli: fuori Katea, dentro Paolo Ferrara. Ma non è finita qui. A luglio, il 16, D’Orsi nomina due nuovi assessori in seguito alle dimissioni di Paolo Felice, ovvero Alfonso Montana e Giovanni Nocera. Ad ottobre del 2011, il 10, la giunta sale a 12 con l’arrivo di Vito Terrana. Numero che resta invariato quando, il 17 ottobre, Nocera viene revocato per fare il posto a Ignazio Amato. Nella stessa data Paolo Ferrara diventa vicepresidente della Provincia. Il numero di 12 assessori è simbolico, perché il presidente ha più volte affermato, a chi lo accusava di aver nominato troppi assessori, di non aver mai superato i dieci componenti, tranne negli anni del Pdl.
La Giunta inizia a perdere pezzi ad ottobre del 2011. Prima a dimettersi è Nicolina Marchese (24/10), seguita da Calogero Crapanzano (21/11). Il 2 febbraio del 2012 fa invece il suo ingresso in Giunta Francescochristian Schembri, mentre il 27 dello stesso mese il consigliere Pietro Giglione subentra a Felice Lo Faso. Il 12 giugno, in sostituzione dei dimissionari Domenico Alaimo e Calogero Volpe entrano Alfonso Montana e Piero Marchetta. Un mese dopo, il 6 luglio, viene nominato Adriano Varisano e viene ritirata la nomina di Ignazio Amato, mentre il 30 luglio Salvatore Tannorella subentra alla dimissionaria Maria Teresa La Marca e il 28 agosto Mariano Ragusa lascia l’incarico. Il 15 di ottobre arriva Pasquale Mazza, mentre il 22 nello stesso giorno Francescochristian Schembri si dimette e viene nominato nuovamente assessore.
L’otto novembre Grande Sud consuma una scissione e Paolo Ferrara e Giuseppe Montana rassegnano le proprie dimissioni, mentre il 4 dicembre a dimettersi è Pasquale Mazza e al suo posto entra Salvatore Vella.
Siamo nel 2013. Il 2 gennaio si dimette Piero Giglione, mentre il 25 dello stesso mese viene revocata la nomina di Adriano Varisano. Il 4 febbraio entra in Giunta Pietro Gioacchino Asaro, mentre l’undici dello stesso mese si dimette Salvatore Tannorella. A marzo pienone di nomime: il 6 il consigliere provinciale Salvatore Scozzari e il 12 Salvatore Sciumè. Il due aprile diventa assessore Valtina Palumbo, la cui nomina viene revocata sei giorni dopo insieme a quelle di Asaro, Biondi, Marchetta, Montana, Schembri, Sciumè, Scozzari, Terrana e Vella. Il 14 aprile arriva, infine, la composizione quasi definitiva. Dentro di nuovo Asaro, Biondi, Marchetta, Montana, Schembri, Sciumè, Scozzari, Terrana e Vella, ma Sciumè, appena 15 giorni dopo, rassegna le sue dimissioni.
Se questa la cronologia, rocambolesca, delle nomine degli ultimi cinque anni, discorso a parte va fatto per il trattamento economico. Al momento del suo insediamento D’Orsi trova le seguenti indennità: 5.646 euro per il presidente, 4.235 per il vicepresidente e 3.670 euro per i singoli assessori. Importi tutti al lordo che vengono dimezzati per i lavoratori dipendenti non in aspettativa. Nel luglio di quell’anno gli importi vennero rivisti al rialzo, seguendo la legislazione vigente, di circa 500 euro lorde, per poi essere nuovamente ridotte all’importo originario nel gennaio del 2012.
Nell’ottobre di quell’anno la Giunta rinuncia al 20 % della propria indennità – più di 734 euro per singolo assessore. La retribuzione non prevede un gettone, ma rappresenta una indennità mensile che viene erogata indipendentemente dalle presenze e, in caso di dimissioni-rimozioni, viene calcolato in base agli effettivi giorni di lavoro.
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