Nuove risorse. Gli Enti locali potranno usare i fondi per investimenti e per saldare i debiti con l’amministrazione pubblica. I contributi al riequilibrio della finanza pubblica da 450 a 74 mln.
Boccata d’ossigeno per i Comuni siciliani grazie all’accordo Regione-Anci sul Patto di stabilità verticale che consente agli enti locali di abbattere il loro contributo al riequilibrio della finanza pubblica da 450 a 74 milioni di euro. In soldoni, potranno essere effettuati in più pagamenti per circa 376 milioni di euro rispetto alle previsioni.
L’intesa è stata sottoscritta, mercoledì, dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi, da quello delle Autonomie locali, Patrizia Valenti, e dal presidente dell’Anci Sicilia, Giacomo Scala. Ciò consentirà agli enti locali, Province comprese, di utilizzare i fondi per le spese d’investimento e pagare i debiti con la pubblica amministrazione. Una sorta di risarcimento per i Comuni che lo scorso 15 maggio, festa dell’Autonomia siciliana, esposero le bandiere a mezz’asta per protestare contro i tagli subiti con la legge di stabilità.
«Con questo accordo – ha rilevato Bianchi – veniamo incontro alle criticità del sistema degli enti locali, salvaguardando i servizi a favore dei cittadini. La Sicilia era l’unica Regione d’Italia a non avere aderito al Patto di stabilità verticale. L’adesione permette si ridurre e, in alcuni casi, azzerare, il patto di stabilità per i comuni siciliani».
L’intesa è particolarmente favorevole per i 201 comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, il cui saldo del 2013 verrà azzerato. I comuni maggiori, invece, recuperano oltre l’80% di spazio finanziario. Palermo, per esempio, passa da 60,8 milioni a 13,3 milioni di euro; la differenza sarà utilizzata dall’amministrazione per spese in conto capitale e per le imprese. Catania passa da circa 32,5 milioni di euro a quasi 10 milioni di euro; Messina da 14,6 milioni a 4,5 milioni di euro; Siracusa da 14,6 milioni a 3,6 milioni di euro. Marsala e Gela, invece, avranno un saldo uguale a zero.
Questo non significa che arriveranno risorse aggiuntive ai comuni. «Per la Regione – ha aggiunto l’assessore Bianchi – si tratta di uno sforzo importante. Abbiamo ridotto la nostra capacità di spesa, cedendola agli enti locali. Dall’accordo si ottiene il vantaggio di ricevere dallo Stato 192 milioni di euro in termini di cassa e lo svantaggio che, cedendo ai comuni spazio finanziario, aumenta l’obiettivo del Patto di stabilità, con vincoli maggiori di spesa in parte, però, compensati dall’ampliamento della quota di sforamenti per il cofinaziamento dei fondi europei». Insomma, per consentire ai comuni di spendere di più, sarà la Regione a dovere spendere di meno.
«Questo accordo – ha sottolineato l’assessore alle Autonomie locali, Valenti – è un successo e colma un vuoto, in quanto l’anno scorso la mancata adesione al Patto di stabilità verticale, aveva tagliato fuori i comuni siciliani. Ora bisogna lavorare perché comuni possano partecipare alla nuova programmazione europea con progetti già finanziabili, perché questo finora è mancato».
Per il presidente di Anci-Sicilia, «così vengono salvati i bilanci di molti comuni. Questo è un sostegno all’economia locale i cui effetti saranno immediati. Chiederò al governo e all’Ars di rimpinguare il fondo delle Autonomie locali».
L’accordo Regione-Anci Sicilia tiene conto anche dell’integrazione consentita dal decreto legge sui pagamenti alle imprese che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione, che assegna alla Sicilia 350 milioni di euro: 200 milioni saranno erogati dai comuni, 150 milioni dalla Regione.
Adesso tocca ai sindaci dimostrare di sapere utilizzare al meglio l’opportunità offerta dal Patto di stabilità verticale. Entro il 30 di settembre sarà effettuato un monitoraggio e chi non avrà utilizzato il budget non potrà aderire al patto del 2014. I comuni potranno mettere, eventuali eccedenze finanziarie, a disposizione degli altri enti locali, attivando il Piano di stabilità orizzontale.
L’assessore Bianchi, a margine della firma del Patto di stabilità verticale, ha escluso il ricorso ad una manovra correttiva: «Probabilmente, porteremo in Aula un provvedimento per regolare alcune norme, ma senza incidere sui saldi di bilancio. La Regione non ha un problema di casse vuote, ma di poche risorse “libere” alla luce dell’impugnativa di alcune norme della finanziaria da parte del Commissario dello Stato. In totale i fondi bloccati dall’impugnativa ammontano a 37 milioni di euro, più 110 milioni di euro di accantonamenti sulla quota Irpef per il cofinanziamento del sistema sanitario.
Un quadro più chiaro si avrà entro luglio: i conti potrebbero addirittura milgiorare perché in bilancio non abbiamo previsto alcune entrate, come quelle derivanti dal possibile aumento dell’Iva e dalle nore in finanziaria sulle acque minerali e sull’aumento delle royalties sulla trovellazione degli idrocarburi».
Ma i conti potranno essere più precisi a conclusione del bilancio consuntivo del 2012.
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