Oggi bandiere a lutto in tutti i Comuni siciliani contro i tagli del Bilancio. Il presidente Scala. «Crocetta non può ignorare la precarietà del sistema degli enti locali».
Oggi, festa dell’Autonomia siciliana, bandiere a mezz’asta in tutti i Comuni dell’Isola.
La clamorosa protesta è stata decisa dall’Anci-Sicilia che ha annunciato un ricorso al Tar contro la finanziaria approvata dall’Ars, in particolare nella parte che riguarda l’addizionale sull’energia elettrica. I sindaci, inoltre, informeranno i nove prefetti isolani dell’impossibilità di garantire la coesione sociale. «Dopo l’impugnativa del Commissario dello Stato – ha detto il presidente dell’Anci, Giacomo Scala – vogliamo ancora lanciare un grido d’allarme per ciò che riguarda i tagli irragionevoli al fondo delle autonomie locali, impoverito di circa 200 milioni».
L’art. 15 della finanziaria regionale, come lo scorso anno, prevede un finanziamento di 651 milioni per le autonomie locali. «Non è vero – ha aggiunto Scala -, come sostiene il governo, che è stato confermato lo stanziamento del 2012, perché questa somma comprende anche 101 milioni di accise sull’energia elettrica e i 44 milioni destinati alle Province. Sia i 101 milioni provenienti dai consumi di elettricità, sia i trasferimenti alle Province, lo scorso anno non erano compresi nei 651 milioni del fondo per le autonomie locali. Peraltro, dei 101 milioni delle accise, ai Comuni ne toccano 67; il resto va alle Province. Siamo passati dai 913 milioni di euro del 2009 ai 506 milioni di euro del 2013. Nel quinquennio, i trasferimenti sono diminuiti del 44,5%».
L’Anci-Sicilia ha già chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione, Crocetta, «che in campagna elettorale si è presentato come il sindaco dei siciliani. Pertanto – ha continuato Scala – non può il governatore non preoccuparsi della stabilità del sistema degli enti locali. Al governo regionale chiederemo un nuovo documento finanziario che aiuti i comuni a risollevarsi».
Una situazione difficile, soprattutto, per i comuni in pre-dissesto che hanno già presentato alla Corte dei conti il piano di rientro dal deficit. «Ma come faranno – si è chiesto Scala – se il fondo da 20 milioni di euro è stato ridotto a 5 milioni di euro? Per esempio, il Comune di Avola rischia il dissesto finanziario. I trasferimenti sono sotto la soglia minima di sopravvivenza, c’è il rischio di non riuscire a garantire il regolare pagamento degli stipendi ed i servizi minimi. Per questo motivo, abbiamo deciso di informare della delicata situazione i nove prefetti della Sicilia».
Il vice presidente dell’Anci Sicilia, Luca Cannata, che è anche sindaco di Vittoria, ha messo il dito nella piaga: «Tutti i comuni che hanno deliberato i piani di riequilibrio finanziario, previsti dalla legge nazionale “salva enti locali”, si troveranno con una scompensazione che non gli consentirà di rispettare gli impegni presi con la Corte dei conti e il Ministero dell’Interno. Il governo regionale si assume la responsabilità di mandare in dissesto finanziario decine di Comuni siciliani».
Per il sindaco di Caltabellotta, Lillo Pumilia, «alla fine di troviamo con una Finanzaria da contestare sulle accise che consideriamo un vero e proprio scippo dal punto di vista contabile. Ci avevano anche garantito che i criteri di riparto non sarebbero stati modificati per i Comuni sotto i 5 mila abitanti, senza una valutazione concordata, ma così non è stato».
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi