Alla fine sulla questione della diaria si è arrivati a una soluzione di compromesso che serve a evitatre ( o solo rinviare lo scontro interno).
Senatori e deputati cinque stelle dopo quasi cinque ore di riunione, hanno deciso che verrà restituita la parte eccedente dei rimborsi spese (prima la maggior parte dei parlamentari aveva proposto di rendicontare ma non restituire la parte non utilizzata). Ora, invece, sarà possibile ”rendicontare le spese in base al buon senso delle persone”.
”C’è qualcuno che non vuole restituire la diaria?”, hanno chiesto Roberta Lombardi e Vito Crimi. Nessuna risposta e così è stata ”approvata la decisione di restituire la parte eccedente”. Il l gruppo di chi ha contestato l’intervento da parte di Beppe Grillo (”a Montecitorio abbiamo un problema di cresta”, ha detto il leader del M5S) ha deciso soltanto di non sottoporsi al fuoco dei ”fedelissimi grillini”: ”Avrebbero detto che la nostra è solo una questione legata ai soldi, mentre la nostra è una questione di principio e di gestione del Movimento”, spiegano alcuni parlamentari che promettono battaglia per il futuro. ”Grillo avrebbe dovuto evolversi”, proseguono. Per il momento, nessuna black list sul blog di Grillo. ”Siamo tutti in white list”, spiega Roberta Lombardi al termine della riunione.
La riunione fiore degli eletti M5S per risolvere il caso-diaria non ha dato gli esiti sperati: nessuna decisione d’imperio, ma una serie di accordi soft, quasi moral suasion nei confronti dei cosiddetti “ribelli” a 5 Stelle. Quei deputati e senatori, cioè, che hanno fatto presente la necessità di tenersi tutti i soldi della diaria per far fronte alle spese romane. “Chi se li vuol tenere, se li terrà. E se vuol fare carriera, si metterà fuori dal Movimento da solo”, ha suggerito da Avellino Beppe Grillo. Anche per lui toni più morbidi del solito, ma il messaggio che passa (anche dalla riunione romana) è che ognuno si dovrà prendere le proprie responsabilità, al di là dei diktat dall’alto.
Accordo sullo stipendio – Trovato l’accordo l’accordo sullo stipendio di deputati e senatori: indennità fissata a 5mila euro lordi con una tassazione “personalizzata” a seconda del carico familiare, per avere un netto oscillante tra i 2.700 e i 2.300 euro circa, con Tfr accantonato. Confronto anche sul problema Inps e sui calcoli dei contributi necessari alla pensione, con l’aiuto di un consulente del lavoro chiamato per spiegare ai parlamentari pentastellati tutti i loro diritti (e le falle del non-statuto del Movimento). Resta la copertura sanitaria di Camera e Senato per i parlamentari grillini, che non vi possono rinunciare. Dovranno così obbligatoriamente versare mensilmente una quota al fondo assicurativo già esistente, secondo quanto viene riferito, così come fanno tutti gli altri deputati e senatori. “Verseremo al fondo con l’impegno di non utilizzarlo”, assicura il senatore Luigi Gaetti.
I ribelli tengono duro – Resta invece il clima teso tra i parlamentari grillini. Nessuno vuole rubare – è la posizione dei 5 “ribelli” che vorrebbero tenersi tutta la diaria, 3.500 euro circa – ma che ci sono alcuni “casi particolari” di cui tener conto. Per ora, come detto, non sarebbe però all’ordine del giorno una loro espulsione (come accaduto invece in Sicilia, con il deputato regionale Antonio Venturino). Sfuma anche l’ipotesi della black list, l’elenco dei cattivoni sventolato dalla capogruppo alla Camera Roberto Lombardi. Potrebbe diventare, piuttosto, una lista al contrario, con i nomi di chi restituirà l’eccedenza della diaria, insomma i buoni. E da lì sarebbe facile, per esclusione, calcolare chi non è allineato al gruppo. “Mi vogliono screditare”, è il commento di Adriano Zaccagnini, uno dei deputati che nel weekend ha fatto scoppiare il caso (via Facebook). “Houston, abbiamo un problema”, aveva avvertito Grillo sul suo blog e Zaccagnini ha replicato: “Il nostro centro di controllo è la Rete, la gente, non Houston”. liberoquotidiano.it
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