Antonio Presti rinuncia a 80.000 euro “Tagliano la cultura anziché le clientele”.
Antonio Presti dice un altro no. Dopo aver rifiutato l’incarico di assessore regionale alla Cultura, adesso rifiuta il contributo di 80.000 euro assegnato a Fiumara d’Arte nell’ambito della famigerata Tabella H.
Presti, l’artista, il mecenate, l’uomo che ha creato e realizzato a proprie spese enormi opere d’arte donadole alla collettività, dice basta.
«Non è tollerabile un bilancio regionale che taglia la cultura e privilegia le clientele. Non è tollerabile che su 25 milioni stanziati se ne attribuiscano soltanto 5 alla cultura e tutti gli altri alle truffe. Il presidente Crocetta voleva abolire la Tabella H, ma l’assemblea l’ha riconfermata, anzicché riformarla basandola sulla cultura e sul merito».
Fiumara d’Arte, la fondazione di cui Presti è presidente, per legge regionale ha diritto ad un finanziamento che, finora, si è tradotto in un contributo che la fondazione ha gestito insieme ai Comuni interessati. «Una piccola somma, del tutto insufficiente alla conservazione e alla valorizzazione della Fiumara. Ma negli anni passati non si parlava di cancellazione della Tabella H. Quest’anno sarebbe stato possibile farlo e non si è fatto. E allora non ci sto. Non posso accettare passivamente. Per questo ho rifiutato il contributo. E’ una risposta politica, un modo per dire che ci si deve indignare di fronte ad un potere fatto d’ignoranza, arroganza, indifferenza. E l’indifferenza, come ammoniva Gramsci, è il nostro più grande nemico. Voglio assumermi questa responsabilità politico culturale e voglio ribadire che la cultura non è clientela, ma conoscenza, democrazia, libertà».
Non è certo un contributo, peraltro limitato, quello di cui il museo all’aperto ha bisogno.
«Bisogna porsi il problema del futuro di Fiumara d’Arte e farlo a partire da ora prevedendo, come più volte ho chiesto, l’istituzione di un’Accademia di Belle Arti e di una scuola che diffonda la conoscenza dell’Arte già a partire dalle primarie. E poi bisognerebbe creare una scuola d’eccellenza per il restauro delle opere contemporanee, particolarmente fragili ed esposte al deterioramento. Nel passato ho organizzato alcuni corsi, i primi del genere in Italia. Bisognerebbe pensare alla valorizzazione di tutto il patrimonio d’arte che ho costruito, da Fiumara, all’Atelier sul mare, al futuro museo di Librino. Bisogna discutere di questo, non di contributi! E il mondo della cultura che fa? E’ silente? ».
E il presidente Crocetta, di cui è amico, come l’ha presa?
«Non se lo aspettava. Il problema non è Crocetta, ma la Regione. Il mio non è un attacco ad personam, ma ad un sistema che non tratta la cultura come merita tagliandole i fondi, azicché tagliare le clientele. La mia è una protesta etica – continua Antonio Presti -. Rinuncio al contributo e chiedo il rispetto della cultura e di un principio di meritocrazia, continuamente mortificato dalle logiche del potere».
E conclude augurandosi che «il commissario dello Stato prenda provvedimenti sulla Tabella H e che alla Fiumara d’Arte venga riconosciuto il merito di avere contribuito, in oltre trent’anni di attività e di semina della bellezza, alla rivalutazione del territorio dei Nebrodi e di Librino, a Catania, e di avere contribuito, con una continua attività nelle scuole di ogni ordine e grado, all’educazione delle nuove generazioni ai valori della cittadinanza attiva, basata sull’etica e sul rispetto».
Presti è nel suo Atelier sul mare, a Tusa. Mentre parla il cellulare non smette di squillare. Giornalisti da ogni parte d’Italia chiedono d’intervistarlo. Tanto strano e singolare è il caso di qualcuno che rinuncia a un contributo in nome dei principi e dei valori dichiarati e professati per una vita. Tanto cruciale e determinate è diventato, per il futuro dell’Italia, il nodo della tutela e della valorizzazione della cultura e del paesaggio. Pinella Leocata
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