E’ una specie di rivoluzione dentro un’altra rivoluzione. Il presidente Crocetta fa fuori d’un solo colpo i due assessori «fantastici» Franco Battiato e Antonino Zichichi, cioè il cantante dal sound mediorientale e il guru ericino delle emergenze planetarie. Il primo per avere detto che in Parlamento ci sono «troie» pronte a qualunque baratto e l’altro per ripetute assenze. Per la verità entrambi erano latitanti, ma non si poteva chiedere di marcare la presenza a Palazzo d’Orlèans a due personaggi così.
«L’ho fatto con dolore – dice Crocetta – perché Battiato e Zichichi li ho voluti io, sono due geni siciliani, ma quando si sta nelle istituzioni si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e, nel caso di Battiato, sicuramente si è andati ben oltre e si è violato il principio della sacralità delle istituzioni. Il nostro è un governo rivoluzionario, ma è un governo che rispetta le istituzioni. Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento, l’espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica».
Ma ha sentito Battiato, ha spiegato i motivi?
«Sì, ho sentito sia Battiato e sia Zichichi che si sono dichiarati pronti a fare un passo indietro. Non posso dire che siano stati contenti della mia telefonata, ma prima o poi dovevano aspettarselo. Quando si offende il Parlamento come ha fatto Battiato si offende tutto il popolo italiano, e ciò non è consentito a nessun componente delle istituzioni».
Ma Battiato ha detto che le sue dichiarazioni non si riferivano all’attuale compagine parlamentare. Insomma, ha rettificato, ha chiesto scusa, intendeva dire che si riferiva al passato governo, non di Monti, probabilmente quello di Berlusconi.
«Stimo Franco Battiato e gli voglio bene. È un grande poeta e musicista. Una persona magica. Ma Battiato ha fatto quelle dichiarazioni in sede di Parlamento europeo e non si poteva fare finta di niente. Mi dispiace veramente molto, sono addolorato, ma non potevo farne a meno, ho pensato che l’unica cosa giusta fosse chiudere questa sua esperienza di governo alla Regione, anche per evitargli un linciaggio mediatico. Poi ho mandato una lettera di scuse alla presidente della Camera Laura Boldrini e al presidente del Senato Piero Grasso che venerdì verrà a Palermo per portare il suo saluto al governo regionale e non avrei potuto fargli trovare anche Battiato dopo che ha detto quelle parole intollerabili e offensive. Il Parlamento in questo momento è rappresentato da figure come Laura Boldrini e Piero Grasso, impegnati nel profondo per rinnovare il Paese e all’interno del Parlamento ci sono uomini e donne che cercano di trovare una soluzione in una fase drammatica della vita economica, politica e sociale».
Ma non è stata una decisione affrettata? Non poteva discuterne con Battiato? E poi lo sa che la Boldrini ha condiviso la revoca di Battiato?
«Ma potevo mettermi contro il Parlamento italiano se non avessi fatto niente? Io ci ho messo tanto per riprendere il dialogo con Roma, finalmente veniamo riconosciuti e poi in giunta tengo un assessore che offende il Parlamento in questo modo? Ma vi pare una cosa possibile? Alla presidente Boldrini dico grazie».
Però la gente mormora: ha presentato due personaggi illustri come Battiato e Zichichi e poi in un paio di mesi li fa fuori? E ora che succede?
«Zichichi ha avuto la revoca dell’incarico adesso adesso, “ora ora arrivau u ferryboat”. Per intanto le deleghe di Battiato e di Zichichi li prendo temporaneamente io, poi vedremo. Ma decideremo presto perché la stagione turistica è vicina e ho già in testa qualche nome, ma non è corretto sostituire subito i due assessori revocati perché sarebbe sgradevole anche nei loro confronti, come se io avessi già in tasca i nomi dei successori. E comunque con Battiato rimangono aperte prospettive per il futuro».
Ma perché anche l’allontanamento di Zichichi, l’uomo delle stelle?
«Non c’era mai, era sempre a Ginevra. Una volta ho dovuto mandare anche il capo di Gabinetto a Ginevra per risovere una questione importante. Non se ne poteva più, bisognava lavorare e invece lui parlava di raggi cosmici. Sarebbe stato meglio utilizzarlo come esperto. Invece Battiato era più presente, non potevo considerarlo come un assente, se non avesse fatto quella cappellata di Bruxelles sarebbe ancora in Giunta».
Così vengono a mancare nel governo regionale due personaggi di grande levatura che davano lustro.
«Non mi pento di averli scelti, hanno portato novità e lotta alla corruzione e anche una bella energia. Se poi uno non si fa più vedere e l’altro insulta le donne del nostro Parlamento, io che ci posso fare? ».
Insomma, non ha niente da rimproverarsi nella scelta di Battiato e Zichichi?
«Assolutamente no. Non ho mai preso una decisione con così tanto dolore, ma l’ho presa per ragion di Stato. Ricorda le tragedie greche e la storia di Ifigenia in Aulide?
Veramente no, magari lo chiedo alla prof Silvana Grasso.
«Agamennone sacrificò la figlia Ifigenia per ragion di Stato. A me sta capitando qualcosa del genere».
Tony Zermo per lasicilia
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