Riceviamo e pubblichiamo.
Credo che ognuno di noi abbia il dovere di fare anche appello alla propria storia personale. Io dico che la mia storia personale meriti rispetto anche da parte di chi non condivide la posizione mia e del centrodestra.
Nessuno riuscirà mai a convincermi della inutilità delle province regionali, che sono i liberi consorzi dei comuni.
Credo di poter dire di essere stato riformista prima ancora che qualcuno lo diventasse, ma anche perchè non ho nulla di cui farmi perdonare nel mio decennio alla guida alla provincia regionale di Catania.
Ed è ingeneroso che qualcuno della mia provincia venga qui a demolire le ragioni dell’ente intermedio senza averne contezza e senza avere argomenti validi per farlo.
È un reato dire che la provincia di Ct ha fatto lavorare centinaia di piccole e medie imprese? È un reato dire che la provincia di Ct è stata ente intermedio fra piccoli e grandi comuni? È un reato dire che abbiamo operato nel settore della cultura impegnando risorse laddove i piccoli comuni non avevano risorse per intervenire? È un reato dire che io sono stato un presidente al di sopra delle parti rispetto a sindaci di sinistra e di destra?
Io sono entrato in politica perché volevo cambiare il mondo e non sarà certo a 60 anni che il mondo potrà cambiare me. Non sarà certo la spinta emotiva di certa piazza che potrà convincermi a fare scelte scellerate. Io non ho avuto mai nulla da chiedere alla politica del conservatorismo e questo è testimoniato dalla mia vita pubblica e privata. E quello che ho avuto l’ho avuto per legittimazione popolare e mai per scelte calate dall’alto. Non conosco auto blu a tempo determinato o indeterminato, non ho figli da sistemare perché ne ho tre tutti disoccupati. Non ho mai cambiato casacca. Per tutto ciò, io difendo la funzione e l’importanza dell’ente intermedio. Qualcuno sostenga il contrario e mi venga a dire che la provincia non serve. E deve anche dimostrare perché, con argomenti fondati, non con le chiacchiere. Cialtroni! E mi rivolgo ad alcuni personaggi che pensano di potersi ritagliare un ruolo. Questa vicenda stasera è una vicenda vile, vergognosa e offende l’autonomia e il sereno confronto del parlamento.
Si sopprimono gli organi di rappresentanza.
Il ho grande rispetto per questo gruppo di colleghi parlamentari del movimento 5 stelle che nel loro programma avevano inserito l’abolizione delle province. Chi ne esce con le ossa rotte è il governo Crocetta che fa la figura dell’ascaro, perché morso dal tarlo della gelosia, il presidente Crocetta ha voluto cavalcare la tigre per non far passare avanti il movimento 5 stelle. Chi è più riformista fra noi e Crocetta? La nostra parte politica che per prima in questa aula ha depositato un Ddl per la riforma delle province, tagliandone i costi? o è Crocetta che aveva disposto di andare a votare con la vecchia legge il 26 o il 27 maggio? Per poi cambiare idea in un talk show televisivo?
Oggi non vince l’autonomia. Quando si sopprime il diritto al voto per milioni di cittadini non ci sono vincitori. Questa è una pagina triste della storia del parlamento. La provincia è malata? Bene, estirpiamo il cancro ma non ammazziamo il malato. Eliminiamo i costi degli organi democratici, ma non eliminiamo gli organi democratici.
È un bluff, è una truffa quella che vi state accingendo a compiere. I siciliani non abboccheranno. Non può passare come rinnovamento una legge nata in un talk show, dopo che lo stesso Crocetta aveva già fissato la data delle elezioni. Non è consentito far passare per riforma l’abolizione del principio della partecipazione della scelta dei cittadini attraverso il voto.
E allora è una pagina triste. Stiamo espropriando il diritto di voto di 4 milioni di siciliani. Il parlamento non può gioire per quello che si va a compiere, in nome della rivoluzione del grande eroe Crocetta. Diceva un filosofo francese: gli eroi sono come certi dipinti, per apprezzarli non bisogna guardarli molto da vicino. Quando si comprenderà che Crocetta ha trasformato un ente di governo affidato al popolo in un ente di sottogoverno affidato ai partiti, si vedrà chi è davvero l’eroe Crocetta.
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