I medici del servizio veterinario dell’Asp non hanno certo modo di annoiarsi. I fronti nei quali sono impegnati relativamente alla prevenzione di malattie di vario genere sono molteplici e se ne sta aprendo uno nuovo: quello del piano – appunto – di prevenzione dell’encefalopatia spongiforme tra gli ovini. Banalizzando il concetto a livello nazionale e internazionale c’è massima attenzione su possibili casi di «pecora pazza».
Come se non bastasse la costante allerta sulla follia delle mucche, causa di numerosi decessi su scala mondiale, adesso si punta lo sguardo anche a possibili patologie degenerative nelle greggi.
Inviti ad attivare controlli a tappeto negli ovili di tutta la provincia di Agrigento sono giunti ovviamente all’Asp, il cui responsabile del settore veterinario Salvatore Cuffaro non ha ovviamente perso tempo nel dare il via ai primi accertamenti.
Ad oggi da queste parti, come del resto in altre zone d’Italia casi di «pecora pazza» non ce ne sono stati, ma come si sa prevenire e meglio che curare.
Nel resto negli ovili agrigentini l’Asp ha già da tempo imposto la propria legge a tutela della salute pubblica, facendo praticamente piazza pulita di casi di brucellosi. Ad oggi risultano infetti appena 18 allevamenti sui mille censiti dall’azienda sanitaria provinciale. Un numero decisamente basso e tenuto sotto attento controllo. Massimo stato d’allerta piuttosto nella caccia a quegli allevamenti abusivi che ovviamente sono più difficili da raggiungere. Nel contesto degli accertamenti svolti negli ultimi mesi in alcuni ovili, è stato scoperto un caso di tubercolosi in uno di Sciacca, ma subito isolato e reso inoffensivo.
I vertici dell’Asp hanno ultimamente posto la loro attenzione sulle fiere che si tengono in numerosi comuni della provincia, compresa quella di Agrigento, appuntamento ormai tradizionale in quel di Villaseta. Il Comune la sospese per alcune settimane, ma adesso è ripresa. La situazione non è cambiata in maniera sostanziale e qualche caso limite è ancora possibile registrarlo. Per l’Asp 1 il problema della vendita abusiva di animali vivi in contesti privi di autorizzazioni e garanzie sanitarie è uno tra i primi nella lista delle emergenze da affrontare. In questo senso un supporto importante lo offrono i carabinieri del Nas.
In sintesi: dopo l’emergenza brucellosi dei mesi scorsi, con numerosi casi di malattia contratta anche da persone, costrette a ricorrere alle cure ospedaliere, il bubbone pare essere ormai rientrato nell’alveo della «normalità». 18 ovili infetti su mille non numero da fare paura. «Restano le raccomandazioni – spiega il responsabile del servizio veterinario dell’Asp Salvatore Cuffaro – rivolte ai consumatori, ovvero quelle di acquistare prodotti lattero caseari da venditori ufficiali, evitando di acquistare prodotti da gente improvvisata. Anzi, se ci fossero situazioni dubbie le persone sono invitate a segnalarle alle forze dell’ordine».
F. D. M.
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