Riceviamo e pubblichiamo.
Acqua pubblica, dall’Ars via libera ai sindaci che non hanno consegnato gli impianti: “Potranno continuare a gestire il servizio idrico senza obbligo di consegna delle reti”. Il sindaco Botta: “A Menfi le famiglie hanno risparmiato oltre 1.500 euro in quattro anni.
In Sicilia arriva il primo segnale di rispetto del referendum che aveva sancito, a furor di popolo, il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua: “La giustizia trionfa: la scelta di non consegnare le reti mantenendo pubblica la gestione del servizio idrico si è rivelata giusta e assennata”.
Così il sindaco di Menfi, Michele Botta, commenta la decisione dell’Assemblea regionale siciliana di disporre la liquidazione delle autorità d’ambito che finora hanno coordinato il servizio idrico integrato. E mentre l’ATO idrico si appresta ad andare in pensione – un decreto legge regionale sancisce il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua – la Regione ha anche disposto che tutti i Comuni che ancora non hanno consegnato gli impianti alla Girgenti Acque potranno continuare a gestire il servizio idrico, senza avere nulla da temere dal punto di vista legale e senza aver più l’obbligo della consegna delle reti.
“Pur di rispettare la volontà dei cittadini – continua Botta – abbiamo resistito anche alle diffide perentorie con le quali si intimava ai Comuni che non l’avessero ancora fatto la consegna degli impianti, assumendoci grandi responsabilità, anche personali. Ci hanno chiamati sindaci ribelli e fuori legge perché abbiamo deciso di schierarci dalla parte della gente e della giustizia, sulla base di un principio inalienabile: l’acqua è di tutti e non deve essere gestita dai privati. Menfi è stata capofila nella battaglia: l’unione di tutti e il coraggio assunto al vertice – conclude Botta, che è stato anche primo firmatario del ddl regionale di pubblicizzazione del servizio idrico – ci ha fatto ottenere un grande risultato e ha consentito alle famiglie di risparmiare oltre 1.500 euro in quattro anni”.
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