Per rimpinguare le esangui casse regionali, in Sicilia si pagheranno ticket sulle ricette mediche (oltre il ticket sui farmaci) e sui ricoveri ospedalieri. Una misura che non entrerà immediatamente in vigore, ma solo quando sarà approvata dall’Ars la Finanziaria che dovrà equilibrare entrate ed uscite di bilancio. Considerato che l’esercizio provvisorio è stato chiesto per 4 mesi, la norma potrà entrare in vigore nella seconda metà dell’anno.
Si pagherà un ticket di un euro per ricette mediche, ma sono esclude le attuali fasce di esenzione; un ticket è previsto anche per i ricoveri ospedalieri: 10 euro al giorno, fino ad un massimo di sette giorni, per chi ha un reddito superiore a 50 mila euro lordi all’anno; 25 euro al giorno, fino a sette giorni, dovranno pagare coloro che hanno un reddito superiore a 100 mila euro all’anno.
Se il ricovero si dovesse prolungare oltre i sette giorni, per la settimana successiva è previsto uno sconto del 50%. Quindi, chi paga 10 euro ne pagherà 5 dall’ottavo giorno di ricovero in poi; chi ne paga 25 verserà 12,5 euro. Nel caso la degenza dovesse prolungarsi oltre le due settimane, non si pagherà nulla.
Dal ticket sulle prescrizioni mediche è previsto un gettito di circa 15 milioni di euro; dal ticket sui ricoveri ospedalieri dovrebbero arrivare circa 8 milioni di euro. «Un contributo di solidarietà – ha detto l’assessore Bianchi – che viene chiesto a chi ha redditi alti». Concetto ribadito dal presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Il ticket per i ricoveri ospedalieri riguarda chi guadagna di più. Qual è il danno che facciamo a chi ha un reddito superiore a 100 mila euro all’anno. In questo modo abbiamo la possibilità di aiutare i più poveri».
Il sistema sanitario siciliano costa circa 8,5 miliardi l’anno e circa la metà è a carico della Regione. Un sistema che negli anni passati aveva accumulato oltre un miliardo di debiti. Deficit dal quale si è rientrati grazie all’apposito piano messo a punto in collaborazione con il ministero della Salute e il ministero dell’Economia. Un modello che si intende adottare per ripianare i debiti della Regione, ma anche quelli degli enti locali.
Il presidente Crocetta, nei prossimi giorni, insieme con l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, affronterà anche il problema delle nomine dei direttori generali delle Asp e delle Aziende ospedaliere. I commissari straordinari, gli stessi ex direttori generali, sono stati prorogati fino al 30 di aprile perché sono stati riaperti i termini per la formazione del nuovo albo che prevede il limite di età di 67 anni e la possibilità di inserire nell’elenco anche manager che abbiano maturato esperienza nell’impresa privata. Facoltà che c’è stata anche nel passato, ma che non è mai stata presa in considerazione da chi lavora nell’imprenditoria privata, essendo sempre state fatte le scelte in base all’appartenza politica e non per le effettive capacità dimostrate sul campo.
Crocetta ha preso l’impegno di cambiare registro anche in questo delicato comparto. Scelte basate sul merito per i direttori generali, ma anche per i primari ospedalieri per evitare ulteriori incursioni della politica nelle nomine di chi deve prendersi cura della salute dei pazienti. Lillo Miceli LaSicilia
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